Le autorità egiziane hanno parzialmente riaperto il valico di Rafah con la Striscia di Gaza, chiuso il 5 luglio in seguito all’uccisione di un soldato in un attacco armato nel Sinai. Il terminal di frontiera ha riaperto ieri e rimarrà operativo anche oggi solo per ”motivi umanitari”, ossia per permettere il rientro a Gaza di migliaia di palestinesi rimasti bloccati sul versante egiziano dopo il golpe militare che la scorsa settimana ha deposto il presidente islamista Mohammed Morsi. Domani il valico tornerà a essere chiuso e per tutto il mese di Ramadan dovrebbe aprire non più di quattro ore al giorno. Per gli abitanti di Gaza è un piccolo motivo di sollievo in una fase di grande tensione in Egitto che, tra le tante cose, vede anche l’aumento della diffidenza nei confronti dei palestinesi.
Si aggrava nel frattempo la penuria di carburante a Gaza, largamente dipendente dai rifornimenti (clandestini) provenienti dal Sinai. La mancanza di benzina e gasolio colpisce tutti, soprattutto i servizi per i cittadini palestinesi, incluso quello della raccolta dei rifiuti, e causa il blocco degli impianti di depurazione e delle pompe fognarie. Particolarmente danneggiato è il settore dei trasporti.