Quando scriviamo a mano, abbiamo un rapporto diverso con ciò che scriviamo. sia con i contenuti, che con la memoria, con il ricordo di ciò che con la scrittura volevamo fissare. Ricordiamo meglio perché entriamo in un rapporto fisico diverso con i nostri concetti, utilizzando il movimento stesso della mano per fissarli o per comunicarli.

Sarà anche per via della maggiore lentezza che la scrittura manuale comporta, e che ci porta a meditare meglio ogni parola e ogni frase. Sarà per via del permanere delle cancellature sul foglio, che ci costringono confrontarci sempre con i nostri errori. Sarà l’esaurirsi stesso, progressivo e visibile, dello spazio del foglio, che non ci appare, come lo schermo di un word-processor, come una superficie infinita che scorre da un vuoto, a un altro vuoto, da un nulla, a un altro nulla.

Scrivendo a mano diamo più peso a quello spazio che si oppone a quel nulla, cercando di riempirlo nel migliore dei modi, sapendo che ciò che abbiamo fatto permane.

Oggi anche la scienza che studia questi fenomeni ci conferma tante intuizioni che istintivamente ci portano a difendere, a preservare come una cosa preziosa il gesto della scrittura manuale.

Questo è il concerto alla base dell’installazione “Ri-trascrizioni” di Antonello Fresu con cui l’artista invita il pubblico a ri-trascrivere manualmente, pagina per pagina, una parte per ognuno, un libro ogni volta diverso scelto per la sua particolare importanza o significato per quella installazione o quel particolare luogo.

L’idea è che così facendo il libro diventi per noi una cosa viva, penetri nel nostro vissuto e si costruisca un rapporto emozionale dettato dal ritmo del tempo dedicato alla scrittura.

Perché per quello stesso principio della lentezza scandita, della spendita di tempo che come l’esaurirsi della pagina in noi si esaurisce e sentiamo esaurirsi, ed essere limitato, allora secondo questo principio la scrittura manuale a sua volta ci scrive. E ti scrive forse più profondamente ma sicuramente in modo molto diverso di quanto non facciano i suoi surrogati meccanici e ancora meno quelli digitali.

La scrittura diventa così – o ritorna ad essere – un vissuto.

Di questi temi si parlerà anche al convegno “Ri-trascrizioni: il gesto della scrittura fra psicologia, arte e neuroscienze” che si terrà a Sassari, nell’aula magna dell’università centrale il primo di giugno, a partire dalle 16.00, in occasione dell’inaugurazione dell’installazione omonima di Fresu (che oltre che artista è anche psichiatra e dunque attento alle basi scientifiche del suo lavoro).

L’installazione Ri-trascrizioni sara allestita ha preso l’ex biblioteca universitaria dell’università centrale, oggi vuota e temporaneamente sede della bella mostra “No Man’s Library / La biblioteca di tutti” a cura dall’associazione Zerynthia con la collaborazione del DECA Master – master in Dritto e Economia dell’Arte – organizzata all’interno del progetto Sentieri Contemporanei. Fra le opere in mostra lavori di oltre cinquanta artisti fra i quali Mario Airò, Luigi Ontani, Jan Fabre, Felice Levini, Idetoshi Nagasawa, Michelangelo Pistoletto, Erwin Wurm, ma anche manoscritti di poeti come Alda Merini o Valentino Zeichen.

Fra le iniziative collaterali che accompagnano l’evento ciao che la conferenza che accompagna l’inaugurazione dell’installazione di Fresu, alla quale parteciperanno i professori di neuropsicologia Gabriella Bottini (Università di Pavia) e Eraldo Paulesu (Università Milano Bicocca), rispettivamente con due interventi sulla camera scrittura e memoria e su “lettura e scrittura nell’era dei robot “, che descrive la proiezione di ciò che accadrà – e in parte sta già accadendo – anche al nostro cervello negli scenari futuri della scrittura.

Baingio Pinna, ordinario di psicologia generale a Sassari e specialista dei fenomeni della percezione visiva, si soffermerà sugli questi aspetti relativamente al ruolo di colore e contrasto nei processi di scrittura e lettura.

Poiché la scrittura è un processo sinestetico, in cui il gesto e lo sguardo sono indissolubilmente uniti.

Gli aspetti artistici relativi all’uso della scrittura manuale nell’arte contemporanea saranno raccontati invece da un grande critico e teorico dell’arte contemporanea come Marco Senaldi, autore di numerose acute monografie anche fra i primi studiosi allora fatto conoscere in Italia il pensiero estetico-politico di Slavoj Žižek, di cui ancora troviamo traccia nel suo ultimo lavoro “Obersione. Media e disidentità” (Postmedia Books, 2015).

Il lavoro e l’installazione di Fresu saranno infine presentati dal critico d’arte e direttore della pinacoteca di Oristano Ivo Serafino Fenu.

L’incontro sarà introdotto e coordinato dal professor Stefano Sotgiu, direttore di neuropsichiatria alla AOU di Sassari.

Pure oggetto di questa densa stratificazione concettuale, “Ri-trascrizioni” è un’istallazione piuttosto semplice: una scrivania con una lampada crea un ambiente intimo, presso il quale raccogliersi a scrivere. Sul piano del tavolo stano due quaderni bianchi – uno per eseguire la copia della pagina, uno per lasciare la propria firma o un proprio pensiero. Su un leggio abbiamo il libro scelto per l’operazione di ri-trascrizione. Un piccolo segno sull’ultima parola copiata indicherà la fine di una trascrizione, ma anche il punto di partenza per l’intervento del “trascrittore” successivo. Il libro scelto in questo caso è il racconto “Mendel dei libri” di Stefan Zweig, in considerazione sia della collocazione del lavoro all’interno di una biblioteca dismessa, sia per la lunghezza dell’edizione scelta che dovrebbe consentire, al ritmo di una pagina al giorno, di completare la copia a ridosso del finissage della mostra in calendario per il 28 giugno.

“Ri-trascrizioni” è un’operazione iniziata nel 2016 con la copia di “Se questo è un uomo” di Primo Levi al Museo-Monumento al Deportato politico e razziale di Carpi, fra i libri copiati in questi due anni ci sono Un anno sull’altipiano di Lussu, e le Lettere dal carcere di Gramsci, copiate dagli studenti di un liceo di Alghero.

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Ri-trascrizioni: il gesto dellascrittura fra arte, memoria e neuroscienze. A Sassari domani, conferenza e inaugurazione installazione di Antonello Fresu

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L’evento è parte del ciclo di seminari e incontri interdisciplinari collaterali alla mostra mostra “No Man’s Library / La biblioteca di tutti” all’interno del progetto Sentieri contemporanei

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Il programma:

Ore 16.00, Aula magna UNISS, Piazza Università

Relazioni:

Il sottile legame tra scrittura e memoria

Gabriella Bottini (Ordinario di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica, Università di Pavia)

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Cervello, Lettura e Scrittura nell’era dei robot: scenari dal XXII secolo

Eraldo Paulesu (Ordinario di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica, Università di Milano-Bicocca)

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Lettura, scrittura e percezione: Il ruolo del colore e del contrasto

Baingio Pinna (Ordinario di Psicologia Generale, Università degli Studi di Sassari)

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Presentazione del progetto Ri-trascrizioni

Ivo Serafino Fenu (critico d’arte, direttore della Pinacoteca Carlo Contini di Oristano)

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Introduce e coordina

Stefano Sotgiu (direttore neuropsichiatria AOU Sassari)

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Ore 18.00

Ex biblioteca universitaria

Inaugurazione dell’installazione Ri-Trascrizioni di Antonello Fresu