Ancora guai per Alexander Navalny, il leader dell’opposizione liberale a Vladimir Putin. Ieri 40 poliziotti in divisa antisommossa sono entrati nei nella sede della sua organizzazione e lo hanno arrestato. Motivo ufficiale, la non cancellazione, dal suo canale di Youtube di un documentario da lui prodotto nel 2017, in cui il primo ministro e leader di Russia unita Dmitry Medvedev veniva accusato apertamente di corruzione.

In realtà secondo Nevalny si tratta di “un altro tentativo di intimidazione”. Lunedì Ruslan Shaveddinov, uno dei suoi principali collaboratori era scomparso e il suo telefono bloccato dopo un’irruzione della polizia in casa sua aMosca. Accusato di non voler adempiere al servizio di leva, formalmente ancora obbligatorio nella Federazione Russa, il giovane ora si troverebbe in una in una base della difesa aerea sul remoto arcipelago di Novaya Zemlya, nell’Oceano Artico.