Una voce potente dove dentro – scrive la critica americana -«puoi trovarci Patsy Cline, Sister Rosetta Tharpe, Nina Simone». E una bella testa quella di Rhiannon Giddens, un tempo membro dei Carolina Chocolate Drops, deliziosa formazione di blue grass con qualche reminescenza pop, che per il secondo lavoro – il primo Tomorrow is my turn (2015) si è aggiudicata un Grammy, ha deciso di ispirarsi alle storie degli schiavi nel 1800. «Le tragedie degli afro americani e i movimenti dei diritti civili dei ’60 – sottolinea la cantante che si definisce ’figlia del sud’ – e a quanto accade oggi nelle strade di Ferguson e Baltimora. Voci che chiedono di essere ascoltate: io ho provato a lasciare aperta la porta e farmi attraversare da quelle storie e quelle vite…».

Un album va detto senza mezze misure, magnifico che mette in fila dodici canzoni tutte originali ad eccezione dei traditional Birmingham Sunday, Freedom Highway (degli Staple Singers) e il classico the Purchaser’s Option, intrise di blues e country e che suonano come una boccata di ossigeno che arriva dritta dritta dalla terra di zio Donald che all’accoglienza risponde facendo la voce grossa e alzando inutili muri.