Il tribunale di Napoli ieri ha accolto il ricorso d’urgenza di Vincenzo De Luca: la sospensione del governatore, disposta dal premier Renzi in applicazione della legge Severino, è stata sospesa. La prossima settimana (probabilmente il 9 luglio) si terrà la prima seduta del consiglio regionale, saltata lunedì scorso, e il presidente della regione Campania potrà nominare la giunta. Il giudice ha deciso, a 48 ore dal ricorso presentato dai legali del governatore, senza ascoltare le parti e ha fissato per il 17 luglio l’udienza collegiale per la conferma, la modifica o la revoca del provvedimento. Se anche l’esito dovesse essere negativo, ci sarà già il vice pronto a prendere il posto di De Luca fino a ottobre, quando gli ermellini decideranno sulla costituzionalità della Severino.

La sentenza emessa ieri è suonata come una bocciatura di Renzi. Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri avrebbe finito per determinare «la necessità di ricorrere a nuove elezioni, con conseguente vanificazione dell’intero risultato elettorale e con indubbia lesione anche delle posizioni soggettive degli eletti in consiglio». Inibisce poi al presidente della regione «l’esercizio dei poteri connessi alla sua carica» e «l’insediamento del Consiglio regionale». Così il presidente della prima sezione civile, Gabriele Cioffi, ha accolto il ricorso. La mancata rimozione degli effetti del dcpm, scrive ancora Cioffi, «appare idonea a cagionare al ricorrente un pregiudizio non riparabile, posto che l’istante non potrebbe recuperare in alcun modo il periodo di sospensione subito, nelle more dell’accertamento definitivo in merito».

La notizia arriva quando il governatore campano era già al Nazareno, per un incontro tra i vicesegretari Pd Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani con i presidenti delle regioni. Dopo i giorni di tensione tra De Luca e Renzi, visto la sospensione lampo senza decreto che sanasse la nomina del vice (come suggerito dall’Avvocatura di stato), i rapporti sono tornati sereni sulla rotta Roma-Napoli. Il governatore dovrebbe entrare negli uffici di Palazzo Santa Lucia lunedì, Umberto De Gregorio (su incarico di De Luca) ha firmato ieri l’accordo Whirpool al Mise, primo atto ufficiale del nuovo esecutivo regionale.

Dopo giorni di silenzio De Luca è un fiume in piena: «E’ stato ripristinato il rispetto della volontà popolare. Arriverà presto, all’Italia intera, l’immagine di un’altra classe dirigente, fatta di dignità istituzionale, di concretezza operativa, di rigore spartano». Ringrazia giudici e legali: «Ho rispettato e rispetterò rigorosamente tutte le leggi dello Stato così come mi batterò per la difesa dello Stato di diritto e dei principi costituzionali. E’ necessario espellere dalla vita pubblica ladri e tangentisti, ma è altrettanto necessario tutelare quanti continuano ad assumersi responsabilità per cambiare il paese, realizzare opere e creare lavoro». Niente paura di mettere la firma, quindi, nonostante la condanna per abuso d’ufficio (una già incassata in primo grado per il termovalorizzatore, a breve nuova udienza per la lottizzazione Crescent).

Rispetto alla Severino, il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone aveva già chiesto un tagliando alla norma, ieri ha sottolineato: «Le modifiche necessarie non riguardano tanto la sospensione, quanto altri aspetti. Noi abbiamo chiesto alla presidenza del Consiglio di costituirsi a difesa della sospensione che riteniamo utile. Sarà la Corte Costituzionale a definire gli ambiti in cui si applica». Sul piede di guerra i deputati 5S: «Delegare il governo a riscrivere la Severino è come dare a Provenzano la riforma dell’Antimafia. Meglio ricorrere al parlamento».

Luigi Di Maio batte sul governatore: «Inutile gridare vittoria su De Luca. Nei prossimi giorni ci saranno altre udienze. Non voglio tenere appeso a una sentenza il destino della mia regione. Soprattutto se per un capriccio del Pd. Liberiamoci di De Luca il prima possibile». Forza Italia prende l’occasione al volo per chiedere la riabilitazione lampo di Berlusconi, addirittura secondo Anna Maria Bernini dovrebbe tornare in senato seduta stante, è stato un golpe ripetono. Secondo Renato Brunetta il tribunale di Napoli avrebbe «certificato un sospetto che abbiamo cementificato come una certezza: la legge Severino è una norma contra personam, si applica solo con il presidente Silvio Berlusconi».

Affonda il colpo anche Nichi Vendola: nessuna confusione con Berlusconi ma «la vicenda De Luca rappresenta uno scandalo permanente della politica italiana». Le polemiche proseguono però i consiglieri di opposizione in regione, da Fi a Ncd, sono già pronti a sedersi tra gli scranni.