Ogni pagina è la tua prima pagina. Con questo slogan semplice ma ambiziosissimo uno dei giganti dell’informazione mondiale, l’agenzia Reuters, sta ridisegnando dalle fondamenta tutti i suoi servizi digitali, a cominciare dal sito e dalle app per tablet e telefonini. L’idea di Reuters scarta dalla riproduzione in rete dell’ordine delle notizie tipico per esempio di un giornale (sezioni, categorie, notizie, commenti, etc.) ma avvicina il Web all’esperienza dei social network. Un “fiume” di notizie che si rimpagina a seconda degli interessi degli utenti, con le gerarchie redazionali ridotte al minimo. L’obiettivo principale è aumentare il coinvolgimento dei lettori e ridurre quello che in gergo si chiama “rimbalzo” (bounce) dei contatti. Contrariamente al senso comune, infatti, la permanenza media di lettura su qualsiasi sito Web è di pochi secondi, al massimo decine. Quasi sempre si tratta di una lettura “mordi e fuggi” in cui, grazie a motori come Google, si legge l’informazione che si stava cercando e poi si migra subito altrove. Reuters vuole evitare proprio questo, riorganizzando l’enorme flusso di notizie scritte e di immagini che raccoglie ogni giorno, 24 ore su 24.

Per iniziare bene, l’agenzia sta coinvolgendo il suo pubblico con un’anteprima (http://sneakpeek.reuters.com) che dà un’idea del prodotto finale. L’utente che vuole leggere una notizia si trova immediatamente in mezzo al “fiume” di notizie, che si riorganizzano e si reimpaginano intorno a lui suggerendogli altri argomenti di suo interesse, indipendenti dalla valutazione della redazione. In qualche modo, quindi, quella pagina diventa la sua prima pagina (Every page is your homepage). Un po’ come quando su facebook scopri qualcosa che ti piace perché piace anche a un tuo amico o è simile a quella che stavi condividendo in quel momento.

E’ un procedimento che capovolge completamente la mentalità giornalistica tradizionale, in cui le notizie sono gerarchizzate e ordinate secondo criteri indipendenti dalle intenzioni dei lettori (è uno dei tipi di valore aggiunto di un quotidiano, ad esempio, rispetto ai blog o ai siti, in cui l’informazione “pesa” tutta alla stessa maniera). Il lettore è circondato da tutti i lati da notizie correlate a quella che sta leggendo, catapultato dentro il “fiume” Reuters senza dovere per forza aggrapparsi alla classica toolbar in alto caratteristica di quasi tutti i portali di news.

Al di là delle realizzazioni tecniche, l’approccio “filosofico” è decisamente innovativo. Anche perché Reuters non è una sconosciuta startup californiana ma una delle agenzie giornalistiche più grandi del mondo. Ha 2.800 giornalisti e produce “contenuti” in 15 forme diverse, dal lancio di agenzia alle foto, dai tweet ai blog, dai video alle slideshow di immagini fino alle analisi finanziarie. Come comporre questo puzzle enorme e continuo in un flusso (stream) di notizie economico, coerente e interessante per i lettori è la sfida del nuovo millennio. Alex Leo, capo dei prodotti Reuters.com, spiega al Nieman Journalism Lab dell’università di Harvard, che il tema delle nuove offerte digitali è creare un flusso di informazioni contestuale e interconnesso: “Vogliamo creare un’esperienza che dia agli utenti la giusta quantità di respiro e di approfondimento che pretendono da Reuters”. Il contesto, dunque, ha la stessa importanza del testo. Per dirla con Leo, “non vogliamo che siano i lettori a correre qua e là per il sito cercando quello che gli interessa”. E’ il sito che viene a cercare te, e ti avvolge come un fiume, sostenendoti e offrendoti informazione a diversi livelli di lettura.

* Un’anticipazione dal prossimo numero di Le  Monde Diplomatique in edicola il 15 maggio con il manifesto