Quando un consigliere comunale partecipa a una cerimonia indossando la fascia tricolore, lo fa sempre per conto e in nome del sindaco. Quello che fa e dice pubblicamente lo fa e dice in vece del sindaco. E poiché il sindaco rappresenta e incarna l’intera istituzione, egli parla e agisce coinvolgendo non solo l’intero consiglio comunale, ma il Comune in quanto tale. E simbolicamente l’intera città.

Il Comune di Genova è risorto, come le altre istituzioni rappresentative locali e nazionali, dalle macerie del fascismo e della seconda guerra mondiale: macerie materiali e soprattutto morali di cui il fascismo in generale e in particolare il fascismo della Repubblica Sociale Italiana porta interamente la responsabilità. Il Comune di Genova democratica e repubblicana è figlio di questa storia e della Costituzione che a sua volta ha le sue radici nella Resistenza. Il vincolo antifascista che è alla base della Costituzione è il codice genetico della città democratica e del suo Comune.

Nei giorni scorsi Il consigliere comunale Sergio Antonio Gambino, delegato dal sindaco, ha partecipato, indossando la fascia tricolore alle onoranze ai caduti della RSI insieme a un gruppo come “Lealtà e Azione”, esplicitamente neofascista. Così facendo ha offeso questa storia. Ha offeso la fascia tricolore che indossava, il Comune di cui fa parte, la memoria e il presente di Genova. E lo ha fatto in nome e per conto del sindaco Marco Bucci.

Il Sindaco Bucci si vanta spesso di essere uomo concreto, attento al fare, non guidato dalle ideologie. Ma gli atti simbolici che confermano o smentiscono codici di valori inscritti nella storia e radicati nella memoria non sono vane ideologie. La buona politica e la buona amministrazione si giudicano anche da questo, non solo dall’efficienza e dai provvedimenti concreti, ma anche dalle azioni e dalle omissioni di questo tipo.

Chiediamo dunque al sindaco di non essere complice di questo sfregio e di prenderne pubblicamente le distanze smentendo il gesto del consigliere Gambino. E di farlo evitando ambiguità, equilibrismi o frasi di circostanza, in una seduta pubblica del Consiglio comunale, sanando così l’offesa e ripristinando l’identità antifascista dell’istituzione che rappresenta.

Gli chiediamo di impegnarsi solennemente a non permettere più che sia recata offesa a quella medaglia d’oro alla Resistenza che onora il gonfalone della città, posto come ammonimento morale e civile nell’aula del consiglio. Se vuole esserne degno.

Appello promosso dall’ufficio di presidenza dell’Anpi di Genova.

Primi firmatari:

*** Antonio Gibelli, Luciano Canfora, Walter Massa, Ivano Bosco, Domenico Chionetti, Gian Giacomo Migone, Sabina Rossa, Luca Pastorino, Stefano Quaranta, Luca Borzani, Emanuela Abbatecola, Fabio Caffarena, Giampaolo Chiappini, Vittorio Coletti, Piero Conti, Gianni Crivello, Isabel Fanlo Cortes, Ferdinando Fasce, Luca Guzzetti, Cristina Lodi, Edgardo Loewy, Luciano Macciò, Fiamma Mangini, Raffaella Paita, Gianni Pastorino, Enrico Pignone, Luca Queirolo Palmas, Franco Quidaciolu, Guido Rodriguez, Giacomo Ronzitti, Pippo Rossetti, Roberto Sinigaglia, Luisa Stagi, Alessandro Terrile, Vito Vattuone, Franco Vazio, Riccardo Ventimiglia.