Monadal Infiat e Iham Kamamji. Sono i due palestinesi evasi una settimana fa assieme ad altri quattro prigionieri dal carcere israeliano di Gilboa che, almeno fino a ieri sera, erano ancora liberi. Tra venerdì sera e le prime ore di ieri, la polizia è riuscita a catturare in territorio israeliano prima Yacoub Qader e Mahmoud al Arda, nei pressi di Nazareth. E poi, nelle campagne del villaggio di Shibli, il più noto dei fuggitivi, Zakaria Zubaidi, ex comandante a Jenin dei Martiri di Al Aqsa (Fatah), e Mohammed al Arda, fratello più giovane di Mahmoud ritenuto la mente della fuga clamorosa che per giorni ha imbarazzato, e non poco, Israele. Gli ultimi due evasi, ripete la polizia, hanno le ore contate.

In Cisgiordania e Gaza questi sono momenti di grande sgomento. La fuga da Gilboa aveva alimentato entusiasmi che non si vedevano da tempo e mobilitato tanti a sostegno degli evasi. Per quasi quattro giorni si è dato per sicuro che Zakaria Zubeidi e i suoi cinque compagni avrebbero fatto perdere le loro tracce. La delusione per le notizie provenienti da Israele è diventata rabbia quando sono apparse in rete le foto di Zubeidi con il volto tumefatto subito dopo la cattura, segni inequivocabili di colpi ricevuti da chi lo ha acciuffato e ammanettato. «Ha cercato di resistere all’arresto», dicono le autorità israeliane. Nelle strade di una dozzina di località cisgiordane centinaia di giovani hanno affrontato i soldati israeliani con sassi e molotov per tutta la notte di venerdì.

Sui social i palestinesi hanno reagito con stizza alle parole pronunciate dal ministro israeliano per la sicurezza Omer Barlev che ha ringraziato gli arabi israeliani, i palestinesi con cittadinanza israeliana, per aver contribuito alla cattura dei quattro fuggitivi. «Per quattro giorni i fuggitivi hanno vagato credendo di trovare riparo e aiuto tra gli arabi israeliani, ma si sbagliavano», ha twittato Barlev «Ovunque si girassero i cittadini arabi li rifiutavano e chiamavano la polizia. Tanto rispetto a tutti i cittadini responsabili!». Una versione dell’accaduto che non pochi giudicano parte di una «strategia volta a spaccare il popolo palestinese». Il movimento islamista Hamas intanto chiama alla sollevazione e afferma che la cattura dei quattro evasi da Gilboa «è solo un altro round del confronto con Israele ed è solo questione di tempo prima che la Cisgiordania esploda in faccia all’occupante». A Gaza si parla di «fine dei colloqui sul cessate il fuoco con Israele». Le associazioni dei prigionieri chiedono una dimostrazione a Ramallah in Cisgiordania in solidarietà con i catturati.