L’amministrazione Trump ha fatto una parziale marcia indietro marcia indietro riguardo la decisione di chiudere l’ufficio palestinese a Washington.La scorsa settimana i funzionari Usa avevano dichiarato di voler chiudere la missione dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina per la violazione di una disposizione di legge che vieta ai palestinesi di indurre la Corte penale internazionale a perseguire Israele. La decisione di chiudere gli uffici di Washington aveva prodotto una seria spaccatura nei rapporti Usa-Palestina, che minacciava di far precipitare, prima ancora di decollare, l’ambizioso sforzo di Trump di passare alla storia per aver mediato la pace in Medio Oriente.

Gli Stati uniti hanno prima ritardato la chiusura di una settimana dicendo di dover prima elaborare i dettagli di questa mossa con i palestinesi. Venerdì, invece, brusca inversione di rotta: il portavoce del Dipartimento di Stato, Edgar Vasquez, ha detto che gli Usa hanno «consigliato all’ufficio dell’Olp di limitare le proprie attività a quelle relative al raggiungimento di una pace duratura e globale con gli israeliani». Vasquez ha aggiunto che queste restrizioni verranno revocate dopo 90 giorni, se israeliani e palestinesi saranno impegnati in seri colloqui di pace.

La Casa Bianca, in uno sforzo guidato dal consigliere di Trump e dal genero Jared Kushner, ha preparato un «piano di pace» che conta di presentare a entrambe le parti nei prossimi mesi. «Siamo ottimisti sul fatto che alla fine di questo periodo di 90 giorni – ha continuato Vasquez -il processo politico sará sufficientemente avanzato da consentire al presidente di permettere all’ufficio dell’Olp di riprendere le operazioni complete».