Prima gli ospedali, ora le case di riposo per anziani. Ospiti e personale positivi al Covid-19 in tre grosse strutture in provincia di Sassari, dove i tassi percentuali di contagiati, in rapporto alla popolazione, sono ormai al livello di guardia, vicini a quelli medi delle regioni del centro-nord Lombardia esclusa.

A SASSARI città, dove una decina di giorni fa un grosso focolaio si era acceso nell’ospedale civile Santissima Annunziata, la situazione è particolarmente grave a Casa serena, il più grande tra gli istituti comunali per anziani del territorio nazionale, con 130 ospiti e 70 tra dipendenti (infermieri, operatori sociosanitari, addetti alle pulizie e cucina). Qui i casi di contagio accertati sinora sono 80, tra anziani e operatori. Sempre a Sassari, in un’altra residenza, il San Nicola, si sono registrati 42 casi tra ospiti e personale. A Bitti, un paese a cinquanta chilometri da Sassari, nella casa di riposo Il miracolo ci sono 23 positivi.

UNA SITUAZIONE GRAVE, quindi, quella del nord dell’isola, resa ancora più seria dalla scarsa efficacia nel coordinamento dell’emergenza. Basti pensare che il 65% dei contagiati sardi sono in quest’area geografica. Molte le critiche mosse alla macchina organizzativa allestita dalla regione Sardegna e dalla protezione civile. Quattro giorni fa, le polemiche hanno indotto alle dimissioni l’intera dirigenza dell’Azienda ospedaliera di Sassari (direttore generale, direttore amministrativo e direttore del personale). I tre manager si sono fatti da parte dopo la decisione della Regione di affidare la guida dell’Azienda ospedaliera sassarese a un commissario straordinario. Intanto, nelle case di cura i medici e il personale contagiati sono sostituiti da sanitari con le stellette arrivati da Roma, dal policlinico militare del Celio.

L’ESERCITO si sostituisce alla Protezione civile anche nell’approvvigionamento di mascherine e degli atri presidi personali, che continuano a mancare. La situazione è seria soprattutto a Casa Serena, la cui gestione è stata concessa dal comune a una cooperativa. Qui 14 ospiti sono morti dal primo marzo a oggi. I 163 tamponi effettuati nei giorni scorsi dai medici militari sono stati analizzati al Celio e hanno evidenziato 63 casi di contagio tra gli ospiti della casa di riposo e 17 tra il personale sociosanitario.

IL PRIMO POSITIVO è stato registrato il 17 marzo: una donna che era stata ricoverata nel reparto di cardiologia del Santissima Annunziata, nelle cui corsie è divampato il primo focolaio sassarese, quello ospedaliero. Il giorno dopo, il 18 marzo, sono stati fatti i tamponi soltanto su 5 ospiti che presentavano sintomi manifesti e sono risultati tutti positivi. Altri 27 tamponi effettuati sul personale hanno evidenziato 21 contagi. Soltanto il 27 (nel frattempo a Casa serena è stato un inferno, con ospiti e personale blindati nella struttura) è arrivata nella casa di riposo la squadra dei medici del Celio che finalmente ha fatto i tamponi a tutti, ospiti e personale. Con i risultati indicati sopra: tra gli anziani 63 positivi, tra il personale 17.

C’È POI IL PROBLEMA degli ospiti e del personale entrati in contatto con i contagiati: devono essere messi in quarantena. Ma tra i 50 anziani negativi, molti non sono in grado di rientrare nelle loro famiglie. La quarantena del personale, invece, ha come effetto quello di sguarnire l’organico in servizio effettivo, con conseguenze facilmente immaginabili. Anche se, negli ultimi tre giorni, con l’arrivo di personale da altre strutture di assistenza, la situazione è migliorata.

«Per gli ospiti risultati negativi al tampone – dice una fonte tra il personale che chiede di restare anonima – il sindaco di Sassari ora consiglia il rientro nelle proprie case. Del problema si devono fare carico le famiglie. Questa, alla fine, la soluzione. La situazione è stata gestita male. In settimane di timidi accorgimenti e di denunce ignorate da chi era preposto alla prevenzione e alla sorveglianza, anche Casa serena è entrata a comporre lo scenario di un paese in cui gli istituti per anziani sono falcidiati dal Covid-19».

IERI ALCUNI ANZIANI non positivi, solo 9, sono effettivamente tornati a casa; 3 sono stati trasferiti in un bed&breakfast. Gli altri negativi al tampone sono ancora a Casa serena, in un reparto separato da quello dove alloggiano i contagiati dal virus che non sono stati ancora affidati alle cure delle strutture sanitarie.