La settimana non è ancora finita e i repubblicani sono alle prese con quattro piccoli problemi, ciascuno dei quali sarebbe sufficiente per rovinare non il weekend ma l’intero anno 2021 a un partito politico normale. N. 1: l’ex presidente Donald Trump, a cui quattro quinti del partito è ancora fedele, potrebbe finire in tribunale per aver provocato l’assalto al Congresso del 6 gennaio.

Problema n. 2: il partito, in Georgia, ha votato una legge che rende più difficile votare e più facile manipolare i risultati elettorali. In risposta, la Lega del baseball ha deciso di trasferire in Colorado la finale del campionato, originariamente prevista ad Atlanta.

Problema n. 3: anche la Coca-Cola (sede ad Atlanta) ha preso pubblicamente posizione contro la legge e vari repubblicani, come rappresaglia, hanno invitato a boicottare la bevanda preferita dagli americani.

Problema n. 4: uno dei fedelissimi di Trump, il deputato Matt Gaetz, è su tutte le prime pagine accusato di reati sessuali per i quali la pena minima è dieci anni, la massima l’ergastolo.

La lista potrebbe continuare con il fatto che il 70% degli americani approva il piano di Joe Biden per rinnovare le infrastrutture degli Stati Uniti spendendo 2.000 miliardi di dollari, un piano a cui i senatori repubblicani hanno giurato di opporsi con ogni mezzo. Ma fermiamoci qui: senatori e deputati del Grand Old Party si aggirano sugli schermi di Fox Newscon l’aria stranita, contraddicendosi l’un l’altro e senza alcuna proposta alternativa a quelle della Casa Bianca.

Il problema n. 1, la possibile incriminazione di Trump, è del tutto reale: varie azioni giudiziarie in sede civile sono già state avviate contro di lui e la procedura penale è solo questione di tempo. Perfino John Boehner, l’ex presidente della Camera repubblicano, ha scritto nel suo libro On the House, anticipato in questi giorni che «Trump ha incitato l’insurrezione». Sarà poi il Dipartimento della giustizia a decidere se effettivamente portare un ex presidente sul banco degli imputati, cosa mai successa dal 1776 ad oggi (ci fu un processo per tradimento a un ex vicepresidente, Aaron Burr, nel 1807 ma il fellone fu assolto). Per i repubblicani il problema è che un Trump costretto a occupare la maggior parte del suo tempo a difendersi, invece di fare comizi, rischia di danneggiare seriamente i loro tentativi di mobilitare la base nelle elezioni del 2022 e del 2024.

I problemi n. 2 e 3 vanno insieme: ci sono alcuni simboli della vita americana che non si toccano, per esempio il football e il baseball, la Coca-Cola e la musica Country, la bandiera stellata e il Thanksgiving. Chi tocca la bandiera muore (politicamente) ma anche chi tocca la Coca-Cola, che il prossimo 8 maggio festeggerà i propri 135 anni di vita. La cocaina non c’è più e la bevanda attuale è alquanto diversa dall’invenzione del dottor John Pemberton nel 1886, ma la popolarità della Coke (oltre 37 miliardi di dollari di fatturato) è a prova di bomba.

Chi tocca il Thanksgiving e relativo pranzo di famiglia con tacchino farcito avrà poca fortuna nelle urne e così chi tocca la Major League Baseball, fondata nel 1903, oggi con un fatturato annuale di circa 10 miliardi di euro. Lunedì scorso il governatore repubblicano del Texas Greg Abbott ha rifiutato di assistere alla partita dei Texas Rangers per protesta contro la decisione della Lega di togliere la finale del campionato da Atlanta: vedremo come se la caverà alle prossime elezioni.

Cosa c’è di più americano di un pomeriggio allo stadio del baseball (le partite sono incomprensibilmente lunghe per un europeo)? E cosa si fa guardando una partita se non bere Coca-Cola o birra Budweiser? Litigare con il baseball e la Coca-Cola, consumi popolari per definizione, per un politico americano è come dichiararsi ateo, comunista e pedofilo tutto insieme.

Questo ci porta al problema n. 4 dei repubblicani: i rapporti sessuali a pagamento con minorenni portano dritti in un carcere federale. Il deputato della Florida Matt Gaetz (38 anni e grandi ambizioni) è coinvolto in un’indagine piuttosto imbarazzante per chi promette di difendere Dio, patria e famiglia ad ogni comizio: rapporti con giovani prostitute, tra cui una diciassettenne. Per sua sfortuna, l’andare fuori dallo stato con una minorenne e pagarla per le sue prestazioni sessuali, è assimilato dalla legge americana alla tratta di esseri umani: pena minima dieci anni, senza attenuanti.

Forse questo scandalo sparirà miracolosamente la settimana prossima, cancellato da altre notizie succose, ma i problemi di fondo del partito repubblicano rimangono: Trump continuerà a far parlare di sé, dal punto di vista politico il partito è a encefalogramma piatto e i trucchetti sulle leggi elettorali hanno un effetto boomerang. Per il momento Biden si gode la luna di miele con l’opinione pubblica.