Scoppiato lo scontro in famiglia, con la presentazione da parte di Carlo De Benedetti di un’offerta alla Cir Spa (che fa capo ai suoi tre figli) per l’acquisto del 29,9% delle azione Gedi Spa (gruppo Espresso) e la risposta secca – «offerta irricevibile» – con tanto di «sconcerto» e «amarezza» espressi da Rodolfo De Benedetti, ieri si è riunita l’assemblea dei giornalisti di Repubblica. In un documento affermano che lo sforzo della redazione («41 colleghi usciti mediante incentivi, stipendi decurtati in virtù di un contratto di solidarietà che impone pure notevoli sacrifici professionali») rischia «di essere vanificato da una guerra tra azionisti – passati, presenti ed eventuali – che mette seriamente a repentaglio il futuro del nostro giornale. Al quale serve un editore convinto di voler affrontare questa sfida, una missione chiara e un piano di sviluppo concreto che abbia l’obiettivo di accrescere i ricavi e non solo di tagliare i costi». L’assemblea ritiene «insufficiente la garanzia, contenuta nella nota con cui Cir rifiuta l’offerta dell’ing. De Benedetti, di volersi impegnare per ’assicurare prospettive di lungo termine’ alla controllata Gedi», dunque «pretende che, in relazione alla vendita al miglior offerente implicitamente confermata dal comunicato di Cir, si chiariscano una volta per tutte le reali intenzioni degli azionisti».