L’ambulatorio odontoiatrico è un incubo ricorrente per un sacco di persone. In particolare per un ragazzino che assisteva alle estrazioni fatte dall’amato genitore ma voleva sgambettare dietro alla banda Città di Foggia e andò a studiare giurisprudenza a Napoli, evitando così di percorrere le orme paterne. ….E pensare che dovevo fare il dentista, doppia antologia della lunga carriera musicale di Renzo Arbore, è nell’ideazione una sorta di ringraziamento al dottor Giulio Arbore, il papà di Renzo, che l”ha allevato canticchiando arie d’opera e canzoni napoletane permettendogli di fare l’artista, antidoto per lenire i dolori della vita, compreso il mal di denti.

Da venticinque anni, in giro sui palcoscenici di mezzo globo con la , Arbore si è trasformato in ambasciatore itinerante della canzone napoletana e di una melodia italiana di qualità (che può andare dai brani di Luttazzi, Mattone e Rossi fino alla tradizione anni ’50), condita con swing e umorismo.

Così il «cainato» e produttore Adriano Fabi ha messo insieme questa raccolta in 2 cd di performance edite e inedite (il primo cd contiene duetti e interpretazioni con artisti amici, il secondo famosi brani della tradizione napoletana interpretati insieme all’Orchestra Italiana) scegliendo un po’ di perle tra le numerose collaborazioni registrate live o in tv, sotto la dizione Renzo Arbore and Friends, ritrovando Pigliate ‘na pastiglia cantata insieme a Renato Carosone o un duetto di clarinetti con Lucio Dalla per I can’t give you anything but love e persino Ray Charles in ‘O sole mio. E naturalmente tutto il repertorio dei grandi classici partenopei, portati alla Royal Albert Hall di Londra o al Century Theatre di Pechino, ammodernati e rivestiti con sonorità attuali, così N”accordo in «fa» ha il sapore di una dura tiritera reggae mentre Guaglione e Tutt’e ssere hanno percussioni e atmosfere latinoamericane.

E anche i suoi compagni strumentisti dell’Orchestra Italiana mostrano tutta la loro bravura tra assoli, coretti, campanacci e ritmiche suadenti.
Da tempo Arbore è un apprezzato divulgatore della canzone italiana presso pubblici stranieri, sostenitore della bellezza sonora della penisola, col garbo e l’allegria da crooner napoletano, senza dimenticare il repertorio tradizionale come Nessun dorma di Puccini o Tanto pe’ cantà di Petrolini , presenti nell’album. Da dicembre sarà in tour tra Bologna e Roma (con serata di Capodanno all’Auditorium) invece l’anno prossimo una mostra antologica intitolata Passioni celebrerà i 50 anni di attività di questo signore misurato ed elegante che ha fatto della versatilità la sua dote principale, mettendo sempre un pizzico d’ironia nelle sue numerose attività. In attesa della sua ennesima trasformazione dopo il disc-jockey radiofonico, il giornalista musicale, l’intrattenitore televisivo, l’esperto di pop culture, il clarinettista jazz, il cantante e capobanda, tutto con soave levità e stile originale.