Già un retroscena della Stampa, ieri mattina, riportava le considerazioni di Matteo Renzi sul caso Consip: un «disegno eversivo» per colpirlo quando era presidente del consiglio. Un «attacco alla democrazia», aveva detto qualche giorno fa il presidente dem Matteo Orfini.

E ieri, intervenendo alla scuola politica del Pd a Milano, il segretario ha portato i suoi sospetti anche sulla scena: «Il vero tema non è l’intercettazione, il rapporto padre e figlio» («di questo non parlo, altrimenti mi fanno passare per quello che vuole il bavaglio», riportava l’articolo della Stampa). «L’intercettazione è illegale per chi la pubblica», prosegue l’ex presidente del consiglio a Milano.

Ma «il tema è capire se negli ultimi mesi un pezzo delle istituzioni ha fabbricato prove false verso rappresentanti delle istituzioni», «se un pm o un capitano dei carabinieri ha fabbricato prove false su un rappresentante delle istituzioni», e il riferimento è al pm di Napoli Henry John Woodcock e al capitano dei carabinieri Giampaolo Scafarto. Mentre il dibattito degli ultimi giorni sulla pubblicazione o meno dell’intercettazioni della telefonata tra lui e il padre Tiziano sarebbe «una gigantesca arma di distrazione di massa».

Non ha problemi a passare per uno che vuole il bavaglio, invece, Silvio Berlusconi, che a sentir evocare disegni eversivi contro il governo Renzi – lui che di complotti ne sa qualcosa, avendone denunciati diversi ai suoi danni – non può non sentirsi vicino al segretario del Pd. A proposito delle intercettazione, dunque, afferma: «Con me li hanno usati tutti, ma io continuo a essere contro questi strumenti che ledono la privatezza degli individui, quindi sono assolutamente contrario a tutto ciò che sta succedendo sia riguardo alla famiglia Renzi sia riguardo a ciò di cui è stata accusata la famiglia Boschi».