Non gli sono piaciute le cronache delle frane delle sue alleanze, e così Matteo Renzi cerca di rassicurare i suoi affezionati via enews: «Rinunce o non rinunce, il Pd avrà comunque come minimo un alleato al centro e un alleato a sinistra». Le alleanze tentate con Pisapia e compagni sono fallite? Ma le coalizioni non sono tutto, anzi se ne è parlato anche troppo, secondo il leader del Pd: «Da mesi il dibattito politico è avvitato solo sulla questione delle alleanze. Il Pd ha fatto e sta facendo un lavoro molto generoso – guidato in modo impeccabile da Piero Fassino – per cercare di tenere aperte le porte a tutti. Adesso che mancano poche settimane alle elezioni, è tempo di partire con la campagna elettorale. Chi vuole starci è il benvenuto e avrà pari dignità. Chi se ne è andato avrà il nostro rispetto. Ma adesso si parte».

IN REALTÀ LA CAMPAGNA elettorale del Pd, se mai si fosse interrotta dall’avvento di Renzi alla guida del Nazareno, è partita da tempo. Almeno dal primo fischio alla stazione Tiburtina dello sfortunato treno «Destinazione Italia». Un «bellissimo viaggio, esperienza affascinante», a parere di Renzi, finito giovedì scorso – e purtroppo segnato anche da un tragico incidente nel corso di uno spostamento a carrozze vuote – che diventerà «un libro e un film».

QUANTO AGLI ALLEATI, archiviata disastrosamente la pratica Pisapia (senza però grande perdita di voti: secondo Youtrend peserebbe di più la rinuncia di Alfano) almeno una buona notizia per Renzi arriva: Emma Bonino ha accettato che il suo nome sia inserito nel simbolo di «Più Europa». Lo annuncia il segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi. «La leadership di Emma in questo momento è una grande risorsa e ci deve far sentire tutti più consapevoli e responsabili della grande sfida che abbiamo davanti». I vari sondaggi per ora quotano la lista intorno all’1 per cento, ma il nome della storica leader radicale è di sicuro richiamo, in confronto alle altre liste alleate, quella «di sinistra» e quella moderata, scarse a nomi di peso.

NEL FRATTEMPO I SONDAGGI danno numeri che consiglierebbero meno ottimismo al Pd. Secondo quello di Index Research (realizzato per Piazza Pulita, La7) M5S troneggia al 27,5 per cento e invece il Pd che si avvicina al minimo storico con il 24,1 (Lega al 13,8 e Forza Italia al 15.5). Ma Renzi resta in testa alla classifica dei leader con il 25 per cento contro il 21 del grillino Di Maio. Sostanzialmente simili i sondaggi di Swg: M5S al 25,8 e Pd al 25,5, Fi al 15,5, Lega al 13,8, Fratelli d’Italia al 5,3. Anche per Youtrend i Cinquestelle sono in testa con il 27, ma in calo, davanti al Pd al 24,9, in ripresa.
Per Swg cresce al 5,6 per cento anche la forza di Piero Grasso, Liberi uguali. Per Youtrend bordeggia il 6. Ma non è che l’inizio, per i suoi sostenitori. «La personalità di Grasso può cambiare la politica italiana», assicura Roberto Speranza (Mdp). Con il nome del presidente del senato stampato sul simbolo la lista “Leu” punta al risultato a due cifre. Grasso domenica sarà ospite di Raiuno a Che tempo che fa, la trasmissione di Fabio Fazio, per il battesimo mediatico della sua corsa da «leader».

CERTO È CHE GRASSO incassa il suo primo successo ai danni del Pd proprio a Rignano sull’Arno, il paese dell’ex premier. L’intera giunta, sindaco in testa, sarebbero pronti ad aderire alla lista degli ex Pd. Per ora il sindaco è in vacanza e non conferma, ma in ogni caso la notizia non sarebbe clamorosa: nel paese dello strappo tra il Pd di Tiziano Renzi e il sindaco Lorenzini, poi rieletto con una lista civica, l’aria era già quella. E questo potrebbe vanificare gli sforzi fatti da Renzi, nel ridisegno dei collegi della legge elettorale, per spostare il comune considerato sua roccaforte dal plurinominale della camera di Livorno a quello di Firenze.