Forza Italia ci sta. Tanto il capogruppo al senato Romani, quanto Toti, consigliere di Berlusconi e presidente della Liguria, non insistono più sull’elezione diretta a suffragio popolare del senato, e si mostrano disponibili ad aiutare Renzi in vista del passaggio al senato della riforma costituzionale. Romani dice che «si può ragionare su modalità di elezione (dei senatori, ndr) che consentano pari rappresentanza della volontà popolare e riconoscibilità da parte degli elettori». Che è come dire che può andare bene la formula del «listino», dove sarebbero indicati i consiglieri regionali «papabili» per l’elezione (di secondo grado) alla camera alta. «Se il governo intende dialogare con Forza Italia e mette in discussione l’impianto della riforma bene» aggiunge Toti. La trattativa che dovrebbe portare alla conferma del «patto del Nazareno» deve ancora entrare nel vivo, e molto difficilmente Renzi si mostrerà disponibile a cedere sulla principale richiesta berlusconiana, che è quella di cambiare la legge elettorale appena approvata per recuperare il premio alla coalizione. Ma il premier sa di poter contare sulla volontà dell’ex cavaliere di tornare in gioco. E sa anche che i dissidenti del Pd possono essere decisivi, anche se si dimezzassero dai 28 che hanno firmato gli emendamenti.