Nel pomeriggio un incontro con i parlamentari che gli sono stati vicini dall’inizio, sia ex Sel che ex Pd, in serata un confronto con la presidente della camera Laura Boldrini ma ormai nella sua veste di esponente politica di punta. Oggi invece sarà la volta dell’incontro ufficiale (ma a porte chiuse) con tutto il gruppo di Art.1-Mdp. Giuliano Pisapia da pochi giorni si è lanciato nella corsa delle elezioni e si è messo subito al lavoro: ieri è arrivato a Roma per concretizzare i suoi impegni e preparare l’assemblea del primo luglio.

In realtà il lavoro di tessitura con gli ex Pd era iniziato da mesi e si è concretizzato già alla manifestazione milanese di «Fondamenta». E, plasticamente, si era visto al corteo contro i muri dove tutta la sinistra, politica e civica, ha sfilato insieme nella città di cui è ex sindaco. Ora però arriva la parte cruciale: definire il «profilo» del nuovo rassemblement. E il suo «perimetro».

La sintonia con Pier Luigi Bersani, che vedrà oggi, è evidente. Ieri da Pescara l’ex segretario Pd ha lanciato quello che con ogni probabilità sarà il mantra della campagna elettorale: «Se ci daranno la forza diremo al Pd: vuoi andare con Berlusconi o vuoi stare qui con noi? Se vuoi venire da noi, queste sono le condizioni, altrimenti vai dove credi». Per Bersani «una sinistra di governo può esistere solo con un centrosinistra plurale, che tenga uniti civici, ambientalisti e le altre energie che ci sono. Per questo vogliamo una legge elettorale che disegni un centrosinistra discontinuo dagli ultimi tre anni». Non la legge che oggi arriva nell’aula di Montecitorio.

Renzi, fin qui irridente con tutto quello che si muove a sinistra del Pd («La vera sinistra siamo noi», è la sua battuta degli scorsi giorni), ora dà segnali di nervosismo. Tanto più dopo i «quasi-endorsement» verso Pisapia da parte di Romano Prodi e Rosy Bindi e l’interesse di Enrico Letta. Ieri nella sua enews ha inaugurato la campagna per il voto utile: «Pisapia ha detto: come farà il Pd a allearsi con chi ha fatto la legge per depenalizzare il falso in bilancio? Noi non vogliamo allearci, caro Giuliano. Ma ci piacerebbe anche che venisse ricordato che la legge che depenalizzava il falso in bilancio l’abbiamo abolita noi, reintroducendo il reato, grazie all’azione del nostro governo», e «Quando la sinistra radicale si renderà conto che non siamo noi gli avversari contro cui fare polemica ogni momento sarà un gran giorno».

Bersani e Pisapia si preparano a rovesciare il ragionamento: il vero «voto utile» contro le larghe intese con Forza Italia è dare i numeri alla nuova forza per costringere il Pd a guardare a sinistra. Presto la conseguenza sarà sciogliere – o tagliare – un altro nodo cruciale, stavolta nella ’sinistra sinistra’: quello del perimetro del nuovo rassemblement. Al momento Sinistra italiana esclude alleanze con il Pd, anche dopo il voto. Già la scorsa settimana Nicola Fratoianni lo ha spiegato a Roberto Speranza. E tre giorni fa Stefano Fassina ha scritto un tweet al vetriolo sul decisionismo del suo ex segretario: «Bersani su Repubblica ci dà nome lista, programma e leader per elezioni. Quando sono pronti volantini, ci convochi e andiamo a darli».

La discussione è in corso anche fra i «civici» del vecchio comitato del No, il cui manifesto – a firma di Anna Falcone e Tomaso Montanari – è pubblicato oggi in prima pagina sul nostro giornale. Questo pomeriggio saranno in piazza Montecitorio contro la legge elettorale in via di approvazione. Si sono dati appuntamento a Roma il 18 giugno. Tutti – gli uni e gli altri e anche altri ancora – dovranno comunque misurarsi con un principio di realtà: la soglia di sbarramento al 5%. Che consiglia di trovare una quadra al più presto. Non sarà facile.

Il «profilo» si rifletterà com’è ovvio anche nella scelta del nome del futuro listone. Per ora si parla di «coalizione per il cambiamento» o di «Insieme per un nuovo centrosinistra». Ma anche in questo caso il tema è politico: Pisapia ieri ha sottolineato che non intende partecipare alla riedizione, neanche involontaria, della «Sinistra Arcobaleno» asfaltata nel 2008. Roberto Speranza è dello stesso avviso.