L’occasione è ghiotta: scendere in campo non metaforicamente, ma fisicamente insieme a Batistuta, Baggio e Antognoni il 19 maggio, a meno di una settimana dalle elezioni, in diretta sul Raiuno. Matteo Renzi aveva personalmente annunciato l’evento: giocherà con il numero 8 allo stadio Franchi di Firenze, nella Partita del Cuore organizzata da Emergency per finanziare un centro di cardiochirurgia in Sudan. Ma non aveva messo in conto le polemiche perché il match contro la Nazionale cantanti si giocherà in campagna elettorale per le europee e le amministrative, e dovrebbe partecipare anche Dario Nardella, candidato sindaco di Firenze.
Il presidente della commissione di vigilanza Rai, il 5 Stelle Roberto Fico, tuona: «La presenza di Renzi, Nardella o di qualsiasi altro politico alla Partita del Cuore è inammissibile. La normativa sulla par condicio parla chiaro: durante la campagna elettorale la presenza di politici ed esponenti del governo è vietata in tutte le trasmissioni diverse da quelle di comunicazione politica e di informazione, come confermato anche dalle recenti delibere della vigilanza Rai e dell’Agcom». Si associa, su Facebook, Beppe Grillo: «La Rai violerà la par condicio per favorire Renzie? Li abbiamo beccati. Siamo in un regime». Dalla vigilanza si leva allora la voce del segretario della commissione, il renziano Michele Anzaldi, per il quale ovviamente il premier non può rimanere in panchina: «Fico pur di alzare una polemica elettorale arriva a boicottare la Partita del Cuore. Se per la prima volta un presidente del consiglio partecipa alla partita organizzata da Emergency, la visibilità dell’evento non potrà che giovarsene dando risultati più efficaci». Secondo Anzaldi, non si può fare confusione: va bene che i politici non possono partecipare a show tv sotto par condicio, ma la legge non impedisce che giochino a calcio, è il suo ragionamento.

Sull’Huffington Post il commento di Gino Strada: «È una follia dire che Renzi non possa giocare, ha già partecipato gli anni scorsi» e «se le istituzioni mostrano interesse a un’iniziativa di solidarietà, è un gesto che apprezzo». Ma quella della par condicio «è una questione tra la vigilanza Rai e la presidenza del consiglio. Emergency non c’entra». E Antognoni: «La partita si svolge ogni anno, è solo un caso che stavolta si tenga in una settimana elettorale. L’aspetto prioritario deve riguardare la raccolta di fondi, è l’unica cosa che conta».

Ma la polemica politica prosegue: il forzista Gasparri propone di rinviare la messa in onda del match a dopo il voto, tanto Berlusconi non è stato convocato. In tutto ciò, Giancarlo Leone, direttore di Raiuno, prende tempo, con una nota polemica sui paletti imposti dalla legge: «Aspettiamo di conoscere la composizione delle squadre. Quando avremo le informazioni, sarà nostra cura verificare se l’eventuale presenza del premier o altri esponenti politici sia compatibile o meno con l’attuale, pervasiva normativa sulla par condicio».