Ieri la Commissione Difesa (dopo la Commissione Bilancio) della Camera dei Deputati ha dato il via libera al nuovo programma di una quindicina di navi militari -dotate di armamenti di tutto punto- che nei prossimi 19 anni ci portera’ a spendere piu’ di 5,4 miliardi di euro. Si tratta di pattugliatori -corredati di mitragliatrici, cannoncini, lanciasiluri ed altri raffinati sistemi d’arma- che si aggiungono al programma delle fregate FREMM iniziato una decina di anni fa e che anche questo ci costa più di 5 miliardi. In tutto, oltre 10 miliardi di euro per una “battaglia navale” senza senso, finanziata con i soldi presi dai fondi dello “sviluppo economico”: fondi che potrebbero esse più utilmente spesi per sostenere i settori industriali in crisi del nostro paese. Soldi che potrebbero essere utilizzati per rilanciare le imprese che rischiano di chiudere e per gli investimenti nel campo delle energie rinnovabili, nella mobilità sostenibile, nelle nuove tecnologie.

Tra l’altro tutti questi soldi -che si trovano, per l’appunto, sui capitoli di spesa del ministero dello sviluppo economico- non vengono mai contabilizzati (come anche i fondi stanziati per le missioni militari all’estero, un miliardo l’anno) come spese della difesa e questo porta a sottovalutare la spesa militare nel nostro paese. Come ha efficacemente dimostrato l’ultimo rapporto della campagna Sbilanciamoci (www.sbilanciamoci.org) investiremo nel 2015 per le spese militari ben 23,5 miliardi di euro, solo qualche milione in meno rispetto al 2014: nonostante la spending review, la spesa militare non viene sostanzialmente intaccata. Agli oltre 10 miliardi di spese per le navi militari, vanno aggiunti i 13 miliardi per gli F35. E’ vero che ci sono mozioni che chiedono il dimezzamento della spesa per i cacciabombardieri, ma per ora la Pinotti fa finta di niente.

Dice la ministra che bisogna aspettare il libro bianco sulla difesa (ancora in alto mare, si potrebbe dire) per definire i sistemi d’arma di cui abbiamo bisogno. Però, la Pinotti non ha aspettato il libro bianco per imporre una spesa di 5,4 miliardi per questa nuova “battaglia navale” nel mediterraneo. Dicono al governo che queste navi serviranno anche al soccorso,all’anti-inquinamento, all’aiuto umanitario, a salvare le vite dei migranti nel mediterraneo. Non si capisce a cosa servano lanciasiluri e cannoni per salvare le vite dei migranti: una vera ipocrisia. Se sommiamo la spesa degli F35 a quella delle FREMM e alla spesa di queste nuove navi e di altri sistemi d’arma (come i sommergibili) arriviamo a sforare i 25 miliardi di euro. Se poi mettiamo insieme tutti gli investimenti pluriennali nei sistemi d’arma (Eurofighter, blindati Vbm, ecc) arriviamo alla stratosferica cifra di 43 miliardi di euro. Una spesa colossale e ingiustificata. “Ma a chi dobbiamo dichiarare guerra?”, ci sarebbe da chiedersi. Proprio per questo Sinistra Ecologia e Libertà e Movimento Cinque Stelle hanno votato contro il nuovo programma di riarmo.

Tra le due portaerei (la Cavour e la Garibaldi), le fregate FREMM, i quattro sommergibili U-212, la quindicina di nuovi pattugliatori siamo ben attrezzati per una inutile “battaglia navale” che fa contenti ammiragli e capitani di vascello (e il business dell’industria militare), ma che impoverisce drammaticamente un’altra “battaglia” ben più importante: quella del lavoro e della lotta alla povertà.