La riforma della pubblica amministrazione approvata in maniera definitiva dal Senato martedì conferisce una delega al governo per il riordino delle funzioni di polizia ambientale con la conseguente riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato. I forestali saranno assorbiti da un altro corpo di polizia, probabilmente i Carabinieri. L’approvazione della delega ha rafforzato la protesta che continua da giorni, al momento inascoltata. Un sondaggio condotto tra gli operatori del corpo ha confermato l’opposizione alla sua «militarizzazione», un’ipotesi giudicata un balzo all’indietro di sessant’anni. Al momento non c’è alcuna certezza su una decisione che è tornata in ballo costantemente negli ultimi anni. Le decisioni sono state rimandate all’autunno, ma lo stallo non ha impedito ai lavoratori organizzati di manifestare martedì in piazza del Pantheon a Roma. Gli ottomila forestali hanno ricevuto la solidarietà di molte forze politiche, da Sinistra Ecologia e Libertà a Forza Italia. Una larga parte dell’associazionismo ambientalista si è nel frattempo mobilitato a difesa del ruolo del corpo.

«La scomparsa della Forestale è un regalo agli inquinatori, ai bracconieri, ai costruttori abusivi e a chi froda sull’agroalimentare – sostiene la Lipu – A fronte di un’emergenza ambientale sempre piu’ grave, e basti pensare alla sola Terra dei Fuochi, il Governo avrebbe dovuto impegnarsi per rafforzare il principale corpo di polizia ambientale presente nel nostro paese al fine di garantire un presidio territoriale costante contro le ecomafie e verso coloro che delinquono ai danni della natura». «Ci saremmo aspettati al contrario il potenziamento, il rafforzamento e l’efficientamento del Corpo Forestale – sostiene Alessandro Gianni (Greenpeace)– La lotta ai crimini ambientali è tra le più importanti sfide per il nostro Paese, nonché di rilevanza internazionale visto che molti dei reati hanno una palese connotazione e dimensione transfrontaliera». «Il provvedimento voluto dal Governo ha due obiettivi dichiarati, tagliare i costi e aumentare l’efficienza. I costi non verranno però ridotti ma rischiano anzi di aumentare – sostiene il Wwf -Il corpo forestale rappresenta il 3% di tutte le forze di polizia e il 90% del suo costo è per il personale. Il trasferimento dei servizi oggi ad altra amministrazione aumenterà i costi, si perderà l’economia di scala oggi garantita». «È inconcepibile come si possa rischiare di perdere con tanta leggerezza un preziosissimo patrimonio di competenze e di esperienza, che, maturato in ben due secoli di servizio a presidio del nostro territorio, si è sempre dimostrato decisivo nelle azioni di prevenzione e di repressione dei reati», ha detto la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi.

«Un’operazione di questo tipo – hanno commentato Gianna Fracassi, segretario confederale Cgil, e Salvatore Chiaramonte, segretario nazionale della Funzione Pubblica Cgil – porterebbe alla militarizzazione di un Corpo civile, con la conseguente perdita dei diritti civili e sindacali del personale e la crescita delle spese a dispetto degli impegni del governo». «Non saremmo quindi in presenza di una vera riorganizzazione delle forze di Polizia, e soprattutto – concludono Fracassi e Chiaramonte – si cancellerebbe un Corpo che, in un paese come l’Italia, è fondamentale per la tutela del territorio e presidio di legalità».Ieri il presidente del Consiglio Renzi e la ministra della funzione pubblica Madia hanno confermato l’impegno di tagliare le aziende partecipate dalle attuali 8 mila a non più di mille. «Ci sarà un’Italia più semplice, che non è arzigogolata, che prova a togliere tutte le ridondanze che conosciamo» ha detto Renzi.Tra questi «arzigogli» non ci sarà la Forestale.