«Quando, a fine gennaio del 2015, si tratta di votare per il Quirinale, Berlusconi mi chiede un incontro», «quando si siede, accompagnato da Gianni Letta e Denis Verdini, mi comunica di aver già concordato il nome del nuovo presidente con la minoranza del Pd. Mi spiega infatti di aver ricevuto una telefonata da Massimo D’Alema, di aver parlato a lungo con lui e che io adesso non devo preoccuparmi di niente, perché ’la minoranza del Pd sta con noi, te lo garantisco».

C’è una doppia dose di veleno nell’ultima anticipazione del libro Avanti di Matteo Renzi, che sarà presentato oggi alle 11 a Roma (all’Auditorium del Maxxi). Ed è veleno contro D’Alema. Che viene accusato in sostanza di non essere stato un sostenitore dell’attuale presidente della Repubblica e di essere stato la vera causa della rottura del ’patto del Nazareno’. Renzi racconta di aver capito in quell’incontro che la ’profonda sintonia’ con il Cavaliere non c’è più. Quanto a Amato, la personalità «su cui Berlusconi e D’Alema si sono accordati telefonicamente è di indubbio valore e qualità. Ma anche difficile da far accettare ai gruppi parlamentari, sempre pronti a esercitare l’arte del franco tiratore, e all’opinione pubblica», scrive.

La smentita di D’Alema è netta: «gran parte» delle circostanze scritte da Renzi, dice in una nota, «sono fantasiose», «Io non ho fatto nessun accordo con Berlusconi. Semplicemente il leader di Fi voleva conoscere le opinioni e le proposte della minoranza del Pd; lo informai della nostra disponibilità a votare a favore di Sergio Mattarella o di Giuliano Amato. D’altro canto tutto ciò era già stato riferito da Bersani a Renzi». Ma l’ex premier non rinuncia alla battuta sferzante: «Evidentemente Berlusconi ha compiuto un grave errore nel nominare D’Alema in presenza di Renzi, sottovalutando la reazione psicotica che ci sarebbe stata», ironizza. «Inoltre era chiaro che non aveva simpatia per Amato. Per quanto riguarda noi, che eravamo la minoranza del Pd, Mattarella, che era appunto uno dei due nomi che avevamo indicato, lo abbiamo votato volentieri. Tutto il resto sono sciocchezze».