«Pagheranno caro, pagheranno tutto». Alla presentazione del suo libro «Un’altra strada» (Marsilio) ieri a San Lazzaro di Savena (Bo) Matteo Renzi ha proiettato in sala una foto del direttore del Fatto Marco Travaglio durante un collegamento con la trasmissione Tagadà (La7). Dietro la testa, ben visibile, una carta igienica con la faccia di Renzi. Soprammobile di dubbio gusto nella stanza di un direttore. De gustibus, però, non disputandum est: invece l’ex premier querela. «Il 22 febbraio faccio una diretta facebook e farò l’elenco di tutti quelli che querelo e a cui chiedo un sacco di soldi di risarcimento», a cominciare da Travaglio, spiega. I risarcimenti saranno comunicati online, promette.

A sua volta sul Fatto vengono annunciate querele contro Renzi. La storia è quella di Consip, alla quale nel libro dedica una ampia sezione. La vicenda è nota. Il maggiore dei carabinieri Scafarto, oggi assessore a Castellamare di Stabia (Na) è imputato fra l’altro di falso e depistaggio per aver ’aggiustato’ –  è l’accusa, per «equivoco» secondo la difesa – un’intercettazione per aggravare la posizione di babbo Renzi. Scafarto fa sapere tramite legali di non aver apprezzato la prosa di Renzi quando «invoca la tesi del complotto». Manipolatore passi, complottista mai.

Anche il capitano Ultimo, al secolo Sergio De Caprio, annuncia querela contro Renzi. Stavolta l’ex premier si chiede se non ci sia qualcosa di poco chiaro nel trasferimento di Ultimo e dei dal Nucleo operativo ecologico ai Servizi segreti avvenuto nel 2015, e sulla loro successiva improvvisa cacciata, nel 2017.