«Ho ripreso il trolley dopo qualche settimana di congresso e sono tornato a girare da solo nel profondo del paese. Ho trascorso qualche ora bellissima a Napoli»: il viaggiatore in questione è Matteo Renzi, che ieri si è presentato a sorpresa nel rione Sanità. Si tratta del secondo blitz in città, dopo il pranzo a casa Siani e la visita a Scampia del 17 gennaio scorso. Allora come ieri, il Pd locale ha appreso la notizia da un post pubblicato su facebook.

Il voto degli iscritti al Pd in Campania ha tributato un plebiscito per Renzi con il 77% (a Napoli il 75), ma l’ex premier ha deciso di ignorare i quadri dem comunque. Questa volta ad accoglierlo c’era padre Antonio Loffredo «che avevo conosciuto mesi fa in prefettura – prosegue il post – e i suoi ragazzi, protagonisti del riscatto culturale e civile di questo territorio. Le Catacombe di San Gennaro passate da 8mila a 80mila visitatori sono la punta dell’iceberg di un appassionate lavoro educativo. C’è l’idea che l’identità culturale sia la chiave del riscatto economico e sociale non solo del Mezzogiorno. Questo è il messaggio che l’Italia deve dare all’Europa».

Le fibrillazioni elettorali portano in città i big Pd ed ex Pd. Lo scorso sabato Art1-Mdp ha tenuto a Napoli la prima assemblea nazionale, in polemica con le politiche per il Sud targate dem, in particolare dell’esecutivo Renzi: «I patti del governo per il Mezzogiorno – ha sottolineato Roberto Speranza – hanno avuto le pagine dei giornali ma sono poco più che scatoloni vuoti per fare propaganda». Domani arriva uno dei candidati alla segreteria Pd, Andrea Orlando, per la conferenza programmatica: «Partiremo dalla crisi dell’Italia e delle classi dirigenti. Il sottotitolo sarà ’Il lanciafiamme che non c’è stato’» ha ironizzato il guardasigilli a proposito del lanciafiamme annunciato dall’allora segretario dem e mai messo in campo. Ieri Renzi ha interrotto l’assedio per un giorno con un paio di selfie, un video e un post nel tentativo, forse, di far dimenticare le proteste di piazza che hanno scandito le sue visite a Napoli.

Su fb l’ex premier ha ricordato l’incontro con padre Loffredo in prefettura ma non ha raccontato tutta la storia. Un popolo in cammino, la rete di associazioni della Sanità nata nel 2015 dopo la morte di Genny Cesarano (vittima innocente di camorra), stava lavorando da un anno per ottenere un’interlocuzione stabile con la prefettura, all’epoca molto restia ad ascoltare le ragioni del quartiere. Il 25 aprile 2016, in piena campagna per le comunali, Renzi accoglie i parroci e il padre di Genny con accanto il governatore Vincenzo De Luca e la candidata sindaco del Pd, Valeria Valente. Una mossa così apertamente elettorale da irritare molti attivisti di Un popolo in cammino e comunque inutile, visto che Valente non è arrivata neppure al ballottaggio.

«Mi meraviglio che Renzi stia scoprendo adesso il Sud, abbiamo provato a sollecitarlo mille volte quando era premier» il commento di padre Alex Zanotelli, che alla Sanità vive ed è impegnato nel riscatto del quartiere con le realtà di base. «Lo Svimez ci dice che il Mezzogiorno è messo peggio della Grecia, la disoccupazione giovanile ha toccato picchi oltre il 60% – prosegue Zanotelli -, Un popolo in cammino da due anni chiede tre cose, Renzi può farle sue se vuole fare una politica seria: investimenti massicci sulla scuola, porte aperte fino alle 20 e professori qualificati; più sicurezza (stiamo aspettando da due anni le telecamere) e più welfare; investimenti per il lavoro. Se avesse convocato un’assemblea pubblica, il popolo della Sanità gli avrebbe spiegato tutto».