Non siamo alla crisi diplomatica con l’Austria, ma la barriera in costruzione al Brennero – un nuovo ’Muro’ in Europa, con tutte le conseguenze simboliche che comporta – comincia a far salire la temperatura un po’ a tutti da una parte e dall’altra del confine italo-austriaco. Insieme all’ipotesi, oltre i limiti della provocazione, del falco Doskozil, ministro della difesa di Viena, di voler procedere con i controlli anche nel territorio italiano.

Ieri il presidente del consiglio Matteo Renzi, prendendo atto che se prese sul serio le mosse austriache rischiano d di mettere in ginocchio la nostra economia nordestina, cosa assai più preoccupante di qualche intemperanza nazionalista proveniente dalle file della destra, ha messo sul piatto la posizione italiana ed ha inviato il nostro «migration compact», la proposta di Palazzo Chigi per affrontare la quasi-crisi. L’amicizia è bella, «un grande valore», ha spiegato alla fine del consiglio dei ministri, ma la sua condizione è «il rispetto delle regole» quindi «se qualcuno ha da dare dei messaggi di politica interna per ragioni politiche comprensibili nazionali, noi lo rispettiamo, ma il Brennero è un simbolo troppo importante nella storia di questa Italia per divenire oggetto di competizione all’interno di singole vicende nazionali». In pratica l’Italia può tollerare una quota di propaganda anche da parte dei partiti fratelli socialisti – la prossima settimana l’Austria andrà al voto e la coalizione di governo deve proteggersi dalla montante ondata xenofoba – ma se davvero il Brennero fosse bloccato dai controlli e dalla stretta degli ingressi, insomma se quella barriera di 250 metri entrerà in funzione, il governo italiano non starà a guardare. Cosa farà? Il pacchetto di misure è spiegato nella lettera di accompagnamento al «migration compact» inviato al presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e a quello del Consiglio Europeo, Donald Tusk, che astretto giro ha fatto sapere di apprezzare l’iniziativa italiana. «La chiusura, talvolta non adeguatamente motivata, delle frontiere da parte di alcuni Stati e il diffuso rifiuto di condividere gli oneri di questa sfida epocale mettono a rischio la tenuta dell’Unione», scrive Renzi. Che chiede formalmente di attuare le proposte in campo: quella di una Guardia di Frontiera e costiera europea; «le comunicazioni Back to Schengen e sulla riforma di Dublino potranno dare risultati concreti», scrive Renzi «solo se parallelamente la gestione dei flussi migratori passerà dalla fase dell’emergenza a quella di una più ordinata e strategica gestione». Niente colpi di testa, dunque, e chiusure non motivate, come quella che si annuncia al Brennero. In Italia «c’è un problema», spiega, «ma non c’è un’invasione in corso. Non voglio minimizzare ma voglio dare un messaggio di serietà. I numeri degli sbarchi sono appena qualcuno in più rispetto allo scorso anno. Dico a italiani: buonsenso e ragionevolezza». Il presidente Mattarella torna a dargli manforte mentre interviene all’incontro con i componenti della Commissione Trilaterale, che si riunisce a Roma fino a domani e che ieri è stata ricevuta al Quirinale: «Le risposte che alcuni Paesi, anche membri dell’Unione europea, cercano di dare su base individuale sono spesso inadeguate e miopi».

Ma anche l’Austria ha inviato il suo «migration compact» e c’è da giurare che non coincida affatto con la proposta italiana. Dove nel frattempo, la situazione si fa più tesa. Il ministero degli interni e la provincia di Bolzano preparano un piano d’emergenza per eventuali lunghe permanenze dei profughi al Brennero. Ma non è l’eventuale emergenza umanitaria a fare paura. C’è quella economica. ieri i presidenti di Confindustria Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige hanno lanciato l’allarme: «Siamo molto preoccupati», hanno detto, «la chiusura del Brennero comporterebbe un danno enorme per export e turismo». A rischio sono le consegne giornaliere verso i Paesi del nord Europa e che a causa di ritardi di consegna rischierebbero di pagare penali e perdere le commesse. Lo stesso per il turismo, che in questi mesi aveva appena intravisto una ripresa.