«Sarò ogni tre mesi a Napoli a controllare». Chi vi ricorda? Facile, il Berlusconi del 2008 che sulla crisi dei rifiuti in città costruì la sua campagna elettorale (vincente) per le elezioni politiche del 2008. A Napoli lo si vide speso, da solo o con il Consiglio dei ministri al seguito. La crisi dei rifiuti non la risolse ma – con l’esercito e commissariando tutto, anche la magistratura – ripulì per un po’ l’emergenza. Una lezione (un’altra) che Matteo Renzi dimostra di aver imparato dall’ex Cavaliere. E così ieri ha dato l’annuncio dal teatro San Carlo. Puntando su Bagnoli, con un paio di slogan già pronti. «Lo spreco della bellezza fa male quanto la corruzione – ha detto -. Vi stanno rubando il futuro».

Chi? Come? Non l’ha detto. La propaganda non può essere troppo complicata. Ma l’intenzione è evidente. «Saremo a Napoli ogni tre mesi per fare il punto sulla bonifica di Bagnoli e sull’utilizzo dei fondi europei». Evidente è il progetto di commissariare comune e regione, insieme. Perché ora che la strategia elettorale appare chiara, si fa presto a individuare quale sarà la campagna. Meglio, le campagne: quella per le regionali dell’anno prossimo e per le comunali che il Pd a questo punto ha la convenienza di provare ad anticipare. Per sfruttare l’onda che si è alzata il 25 maggio scorso.

Lo ha capito il sindaco De Magistris che ha fatto da tempo le sue prime mosse. Cercando un avvicinamento al Pd e direttamente a Renzi, senza riuscirci. Il sindaco che pure potrebbe vantare qualche diritto di precedenza sulla rottamazione – «abbiamo scassato» – ha avuto in questi tre anni il partito democratico all’opposizione. Nel frattempo la sua maggioranza, in partenza molto grande, si è assottigliata (nella sua lista personale è rimasto un solo consigliere, da otto). Il Pd però si è tenuto alla larga da ogni tentativo di aprire la crisi, perso in mille battaglie interne che lo hanno lasciato a metà tra l’aderire e il sabotare. Adesso, con il credo renziano che non diversamente da altrove si diffonde a macchia d’olio, quell’attesa sembra finita.

L’incontro di ieri a Napoli tra De Magistris e Renzi (cinque minuti, quasi tutti dedicati dal premier a parlare con il prefetto) è avvenuto a margine delle giornate organizzate da Repubblica. E foraggiate per centomila euro dal comune (che bordeggia il dissesto). Il contributo a un’iniziativa che è al fondo marketing per il quotidiano (ultrarenziano) ha suscitato polemiche, alle quali il comune ha risposto spiegando che si tratta della regolare attribuzione dei fondi del bando del misterioso Forum delle culture. Che è partito in grande ritardo ed era in deficit di eventi. Forse per questo la stessa fortunata sorte ha avuto Big Bang Campania (ma per soli ottomila euro), cioè il referente regionale della principale fondazione renziana.

Tra Renzi e De Magistris in ogni caso la scintilla non è scoccata. E nemmeno potrà mai scoppiare con Caldoro, per quanto il governatore si sia affrettato a commentare con entusiasmo le dichiarazioni del presidente del Consiglio su Bagnoli. Dichiarazioni oltretutto assai poco comprensibili. Cos’ha veramente intenzione di fare il governo? Il fallimento della società di trasformazione urbana Bagnoli spa – che preoccupa legittimamente i suoi dipendenti e ha subito chiuso ai napoletani più di uno spazio pubblico – potrebbe persino rivelarsi un’opportunità. Se servisse a risolvere una buona volta l’inganno dei suoli, che sono ancora tutti da bonificare, e dunque rappresentano un costo, ma che misteriosamente diventano una ricchezza quando è il comune a doverli pagare. Su quell’inganno oltre che sulle bonifiche non fatte o fatte male (addirittura peggiorando la situazione) è stato costruito il disastro attuale. I soldi spesi fin’ora, oltre 300 miliardi, sono stati in buona parte dissipati. A questo punto il governo è pronto a riprendere dalla curatela fallimentare la proprietà di quei 300 ettari di paradiso promesso e purgatorio realizzato? Per ripartire dalla bonifica integrata di terra e mare senza la quale ha persino poco senso litigare sui progetti urbanistici. Altrimenti restiamo agli slogan. Proprio su Bagnoli, vent’anni fa, Bassolino fece la sua prima campagna elettorale. Ma nella situazione di oggi quel precedente e quei progetti – delusi – appaiano troppo nobili per essere richiamati.