A Negril, di sicuro «Big Bamboo King» è lui, Ragga, uno dei gigolò storici, infaticabile amatore “a ore” della Giamaica. La sua specialità, le “nonnine” come le chiama lui, anziane statunitensi e canadesi, che considerano Negril o Montego Bay, l’ultima spiaggia dove ritrovare emozioni e fremiti perduti nel tempo. E Ragga non si fa di certo pregare; come da lui annunciato, che le sue clienti abbiano i suoi anni moltiplicati per tre non è un problema, anzi è un vantaggio per sfoltire la concorrenza. L’unico Viagra di cui ha bisogno, il fruscio dei dollari Usa o canadesi.

Il termine «gigolò» in Giamaica è sconosciuto; Rent-A-Dread è la parola magica, cosi come lo è Rent-A-Car se ti vuoi muovere autonomamente affittando un’automobile.

Sono circa 80 mila, secondo le stime divulgate, le donne bianche provenienti dall’Europa, Germania soprattutto, e dal Nord America, che tornano periodicamente in Giamaica a trovare i loro beniamini, con regali importanti, quali gioielli e orologi di marca. Chi sceglie un solo partner, che poi sovente è invitato a trascorrere una vacanza all’estero, chi invece si dedica alla promiscuità totale. Da parte loro, i prestatori d’opera si dividono in due categorie: quelli come Ragga considerano solo il business, e scelgono le più attempate perché pagano meglio; ma ci sono anche i “romantici”, che cercano invece la sponsorizzazione definitiva, accarezzando la possibilità di uscire finalmente dagli angusti confini locali, e farsi un viaggetto remunerato, o meglio ancora, un matrimonio che li metta al sicuro per i tempi che verranno.

Oltre ai soldi, un altro fattore cruciale, ai fini della loro scelta di vita, è lo status symbol della carnagione chiara, da esibire al proprio fianco nei bar e nei club; brutte o belle, grasse o magre, giovani o vecchie, l’importante è che siano donne bianche: nell’immaginario di chi ancora soffre di retaggi schiavisti, in un Paese dove molte donne e anche uomini usano creme sbiancanti per schiarire la pelle, sono le uniche che possano offrir loro una chance di riscatto.

La prostituzione maschile quaggiù, ha conosciuto il suo boom assoluto negli anni Ottanta. Quando da noi c’era la lira e il dollaro giamaicano era “pesante”, 15 Ja$ il cambio con un dollaro Usa, mentre ora per 1 Usd ci vogliono 105 Ja$. Il potere d’acquisto è assai cambiato da allora, quando con 50 Ja$ compravi un box food con pollo e riso, mentre oggi ce ne vogliono 400 per la stessa ordinazione.

Negril prima era la spiaggia degli hippie; dagli anni 60’ ai primi 70’, i “figli dei fiori” affollarono il lungomare, complice anche la facilità di reperire a prezzi stracciati marijuana, qui chiamata con la parola indiana ganja. La repressione della polizia locale, da sempre avversa ai rasta e al consumo di erba, provocò numerosi arresti ed espulsioni. In tal modo, complice l’aumento dei prezzi degli alloggi, questo tipo di trend cessò bruscamente.

Negril in Giamaica, Boca Chica nella Repubblica Dominicana, Fortaleza in Brasile, Pattaya in Thailandia, e Cancun in Messico, sono le località balneari che ricavano dalla prostituzione le maggiori fonti di guadagno, anche considerando l’indotto, il consumo di alcolici nei bar e le attività della vita notturna. Giamaica e Messico si contendono il primato della prostituzione maschile nel continente americano. Un nuovo primato che già vede i due Paesi in lizza per gli omicidi giudiziari e i crimini d’odio, omofobia in testa.

Niente di nuovo sotto il sole… In fondo, durante i gloriosi anni Settanta, galli e pappagalli razzolavano e svolazzano alla grande nelle piazze e sulle spiagge italiane, il big bamboo nostrano era rinomato worldwide, prima dell’avvento dei paradisi lontani.