Il governo liberista francese pone condizioni alla fusione Renault-Fca. Il governo sovranista italiano si limita ad osservare compiaciuto «l’operazione di mercato».

Il ministro delle Finanze Bruno Le Maire ha incontrato nel weekend a Parigi il presidente di Fca John Elkann per poi vedere domenica il presidente di Renault Jean-Dominique Senard. La Francia ha chiesto a Fca ulteriori garanzie nella fusione con Renault per evitare tagli occupazionali e difendere l’interesse nazionale, tra cui la rassicurazione del fatto che il quartier generale operativo del nuovo gruppo sia a Parigi.

QUA DA NOI INVECE ieri finalmente il governo ha rotto il silenzio, ma con dichiarazioni di circostanza. «Sono in contatto con i vertici di Fca. L’obiettivo di questa operazione è una partnership tecnologica che permetta lo sviluppo di nuovi prodotti», scrive Luigi Di Maio su Facebook. Che sull’intervento statale la gira così: «Lo Stato ha già supportato e supporta Fca sia nell’interesse dei lavoratori che dell’azienda. Il rispetto della tradizione di un marchio indissolubilmente legato all’Italia ci auguriamo continui a essere rispettato, perché solo in quel caso staremmo parlando di un’operazione di crescita come da noi intesa». E se così non fosse? Non è dato sapere.

Anche il premier Conte ieri ha parlato: «Una operazione così importante, di mercato, che non spetta al governo orientare» ma «sicuramente» al governo «spetta la premura che si conservi il livello occupazionale», che riguarda anche «l’indotto, che è fondamentale».

COME AMPIAMENTE PREVISTO intanto dalla fusione si sfilano o mettono paletti altissimi i giapponesi di Nissan: «È una fusione completa che, se realizzata, altererebbe significativamente la struttura del nostro partner Renault. Ciò richiederebbe una revisione fondamentale della relazione esistente tra Nissan e Renault», precisa il ceo di Nissan, Hiroto Saikawa.

Oggi il Cda di Renault si riunirà per dare una risposta alla proposta di Fca. La casa transalpina controlla il 43% della Nissan, mentre quest’ultima possiede appena il 15% dell’alleato francese, ma senza diritti di voto. Nel 2018 il costruttore giapponese ha venduto 5,65 milioni di auto, contro i 3,88 milioni di Renault, ma la redditività è in calo e per la prima volta in 10 anni l’utile operativo è in flessione.

Secondo Le Monde si sarebbe trovato un accordo tra Fca e Renault sull’organigramma della holding che nascerebbe dalla fusione. L’attuale presidente di Fca John Elkann diventerebbe presidente del Cda della holding mentre Jean – Dominque Senard diventerebbe il direttore generale. Questa governance, scrive il quotidiano francese, durerebbe 4 anni con «un meccanismo per evitare che il potere vada nelle mani di un solo azionista». Intanto si tratta «un possibile dividendo eccezionale versato a Renault per compensare il potenziale squilibrio».

IL TUTTO ACCADE MENTRE FCA in Italia continua a perdere quote di mercato: a maggio ha venduto il 6,09% in meno rispetto al 2018. Nei primi 5 mesi dell’anno la flessione è del 12,1%.