La Corte dei conti ha pubblicato le motivazioni che l’hanno condotta a bloccare il finanziamento pubblico per lo sviluppo del vaccino Reithera, mettendo seriamente a rischio il proseguimento delle ricerche.

Secondo il progetto elaborato dall’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri (all’epoca anche commissario straordinario per l’emergenza pandemica) Reithera avrebbe ricevuto circa cinquanta milioni di euro dallo Stato per condurre le sperimentazioni e realizzare le infrastrutture mirate allo sviluppo di un vaccino italiano.

Secondo la delibera pubblicata ieri dalla Corte, il finanziamento avrebbe riguardato non solo l’attività di ricerca e sviluppo e sarebbe servito anche all’acquisto della sede dell’azienda. Questo capitolo di spesa non rientra tra le attività che possono essere finanziate da Invitalia, in quanto i contratti di sviluppo possono essere mirati solo alla realizzazione o alla ristrutturazione di «unità produttive».

Senza l’acquisto della sede, l’investimento produttivo scende sotto la soglia di dieci milioni di euro fissata per legge in quanto garantisce un impatto minimo sul territorio in termini di sviluppo e occupazione. «L’assenza di un valido e sufficiente investimento produttivo – spiega la Corte nelle conclusioni della delibera – non ha, pertanto, consentito di ammettere al visto di legittimità l’atto in esame», portando all’annullamento del finanziamento.

Nonostante la battuta d’arresto, per il progetto del vaccino italiano non è detta l’ultima parola.

Dopo la pubblicazione della sentenza della Corte dei Conti, il ministro delle attività produttive Giorgetti ha ribadito l’intenzione del governo italiano di sostenere la sperimentazione del vaccino Reithera. «Il Mise – ha detto Giorgetti – è disponibile a contribuire al progetto del vaccino Reithera nelle forme e nei modi consentiti utilizzando diversi e innovativi strumenti previsti anche dalle nuove norme». Giorgetti fa riferimento al decreto “Sostegni” appena emanato dal governo, che all’articolo 31 prevede finanziamenti e crediti di imposta per aziende impegnate nella ricerca di farmaci e vaccini anti-Covid.

Nei giorni scorsi anche il presidente della Regione Lazio Zingaretti aveva sostenuto la necessità di proseguire nel sostegno a Reithera.

«Noi come Regione Lazio abbiamo finanziato la ricerca italiana e penso che sia stata una scelta giusta», aveva detto l’ex-segretario del Pd. La delibera della Corte dei Conti però contraddice la versione di Zingaretti. Secondo la Corte, a novembre 2020 il ministero ha proposto alla Regione Lazio di partecipare al finanziamento del vaccino insieme a Invitalia.

Ma il 12 dicembre, secondo la delibera, il Lazio «ha comunicato il proprio avviso negativo al cofinanziamento, per indisponibilità delle risorse finanziarie necessarie».