«Il problema della prostituzione è annoso, all’Eur come nel resto di Roma, ma nel nostro municipio ha avuto una recrudescenza tra il 2010 e il 2012, quando la giunta Alemanno rispondendo alle proteste disseminò la via Salaria con telecamere e le prostitute si spostarono nella parte sud della città». Fu allora che Matilde Spadaro, a quel tempo consigliera della Sinistra arcobaleno dell’attuale IX municipio, iniziò un lavoro di sensibilizzazione dei clienti delle prostitute. «Ricordati che davanti hai una persona che non è libera», c’era scritto sul decalogo in distribuzione ai clienti. E alle “professioniste” fece distribuire un vademecum di salvaguardia. «Per combattere il fenomeno, bisogna conoscere le prostitute, donne e trans, una per una», dice. Ora Spadaro è stata nominata, dal presidente del municipio Andrea Santoro (Pd), coordinatrice del gruppo di lavoro sul progetto di zoning sulla prostituzione.

Di che si tratta?

Va detto che il mio lavoro è a titolo volontario. Il progetto si rifà all’esperienza del comune di Mestre che da dieci anni porta avanti un lavoro sull’affrancamento dallo sfruttamento delle persone prostituite privilegiando alcune zone non conflittuali con la cittadinanza. In questo modo si cerca di risolvere gli attuali problemi che soprattutto all’Eur in questo periodo stanno creando molto malcontento nella cittadinanza.

Al punto che il 21 novembre prossimo è prevista una manifestazione di associazioni di quartiere contro il sindaco Marino, sulla falsa riga delle rivolte di Tor Sapienza. Lei ha assistito alle riunioni: come si è costruita questa protesta?

A muoversi per primo sono state associazioni di area di centrodestra. Ci sono anche cittadini comuni che si sono aggregati, ma l’input è venuto da persone che non a caso hanno tentato di portare la popolazione alla manifestazione di sabato scorso all’Esquilino. Ma dopo quel corteo sono in molti i cittadini che hanno deciso di fare un passo indietro perché non vogliono essere strumentalizzati. E in molti si chiedono se ha senso ancora manifestare.

Il fenomeno della prostituzione su strada si è infittito nel vostro quartiere in questi ultimi anni?

No, dal 2012 le postazioni delle prostitute sono sempre le stesse e anche gli sfruttatori sono gli stessi. Il fenomeno si è congelato. Ma la pazienza dei cittadini è giunta al limite. La cosa che fa impressione è che se vai alle 8 del mattino davanti alla Confindustria, uno dei palazzi del potere, la prima cosa che vedi sono prostitute.

Verrebbe da dire: sarà un segno? Ma a parte le battute, può essere un problema trovare zone adatte?

Io avrei trovato subito un posto adatto allo scopo, una proprietà pubblica, inutilizzata, recitanta, sicura e dove non ci sono vincoli ambientali: le manderei a Tor di Valle, dove vogliono farci uno stadio. E’ un posto perfetto. Ma ci sono tanti posti dove è possibile costruire zone buffer tra la cittadinanza e le prostitute, il cui lavoro però deve essere regolamentato anche fiscalmente. Se si vuole disinnescare la protesta. Perché anche il pagamento delle tasse da parte delle “professioniste” fa parte dei luoghi comuni. Il parlamento quindi si dia una mossa e approvi la proposta della senatrice Spillabotte che si rifà al modello tedesco.