Tra rientro dei capitali detenuti all’estero e tasse automobilistiche, un’altra partita si sta giocando nello scacchiere politico. Uno scontro determinante per i bilanciamenti istituzionali, ben più incisivo di qualsiasi altra cosiddetta riforma ora in campo. In discussione vi è il ruolo delle opposizioni, l’agibilità del legislatore come controllore dell’esecutivo e la dicotomia tra individui parlamentari e deputati sotto il ricatto dei gruppi e quindi dei partiti.

Tutto ciò avviene in Giunta per il Regolamento dove un asse ostruzionistico che va da Forza Italia e MoVimento 5 Stelle ha preso vita già dalla seduta del 25 settembre. Le motivazioni dell’unione delle forze, e conseguentemente del rallentamento della riforma, supportata da valide motivazioni riguardanti lo schema di modifica del Regolamento proposto, lascia però un grave ferito a terra.

Il riferimento riguarda le proposte di legge di iniziativa popolare e quindi le modifiche regolamentari avanzate dal relatore Melilla (Sel) e ragionate insieme all’Associazione Luca Coscioni. Sul punto le convergenze dei gruppi sono ampie. Nessun partito si è al momento detto contrario all’inserimento nel Regolamento della Camera di garanzie all’iter per le proposte di legge popolari. Eppure, nella faida tra maggioranza e opposizione, si blocca anche questa parte del testo che, per la prima volta nella storia repubblicana, darebbe vita all’articolo 71 della Costituzione, quello che appunto prevede l’iniziativa legislativa da parte degli elettori e non solo da parte di Governo e parlamentari.

La proposta a Danilo Toninelli (M5S) ed Elio Vito (FI) non può allora che essere la seguente: continuate la vostra battaglia sul Regolamento abbandonando i lavori o facendo ostruzionismo, ma non sacrificate le proposte popolari. Chiedete al più presto di poter esaminare questa parte di modifica del regolamento anche da voi condivisa, facendola passare in tempi brevi al vaglio dell’Aula.

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