La durata del green pass ridotta a 9 o 6 mesi (la decisione dopo il parere del Cts) e l’obbligo della terza dose anti Covid per il personale sanitario (il 42% di medici, infermieri e operatori delle strutture sanitarie ha già ricevuto il booster) sono le due misure che il governo dovrebbe adottare nel consiglio dei ministri di giovedì prossimo. L’obiettivo è fermare l’aumento dei contagi spingendo sulle vaccinazioni, 150mila i richiami effettuati in Italia mercoledì. I governatori però vorrebbero ulteriori provvedimenti. Ieri la Conferenza delle regioni ha chiesto un incontro urgente al premier Draghi («entro 72 ore»). Ha spiegato il presidente Massimiliano Fedriga: «Siamo preoccupati per il peggioramento dello scenario in alcune aree e anche per la ricaduta che potrebbe avere sulla ripresa economica, a pochi giorni dall’avvio della stagione turistica invernale e delle festività».

IL GOVERNATORE del Friuli Venezia Giulia Fedriga, oltre a presiedere la Conferenza raccogliendo quindi i pareri dei colleghi, si trova alle prese con uno dei territori più colpiti dalla quarta ondata: «È urgentissima una comune riflessione governo-regioni sulla tenuta delle regole vigenti. Occorre individuare interventi condivisi partendo dalla considerazione dei danni economici legati all’incertezza che i prossimi passaggi di zona rischierebbero di provocare alle attività e dobbiamo accelerare la campagna vaccinale, partendo sin da subito con la somministrazione della terza dose a tutti».

PIÙ ESPLICITO il vice di Fedriga in Conferenza, il ligure Giovanni Toti: «Ho chiesto che la divisione del paese in zona gialla, arancione o rossa valga soltanto per i non vaccinati. Il 90% degli italiani non può essere tenuto in scacco da un 10%». Il fronte sembra compatto salvo alcuni distinguo, come il presidente delle Marche Francesco Acquaroli che ribatte: «Ulteriori restrizioni non sono utili». Il ministro Speranza ieri ha fatto il punto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli. Al momento, viene ribadito, non sono allo studio altri provvedimenti: «I dati non giustificano allarmismi». Ma non è una chiusura totale.

L’ala rigorista è preoccupata per l’ondata Covid che arriva da oltre confine. Draghi e il governo sono pronti a nuove misure se dovesse cambiare il quadro. Ma 5S e Salvini chiudono al modello austriaco, che piace ai governatori e al Pd. Il ministro Franceschini: «Credo che sia giusto differenziare il green pass tra chi è vaccinato e chi lo ha perché ha fatto un tampone. Per correggere la curva di crescita qualche provvedimento urgente dobbiamo prenderlo». Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: «Qualora ci dovesse esser il cambio di un colore va valutato di tenere aperte le attività solo per chi si è vaccinato ma senza lockdown per i non vaccinati». E il ministro 5S Di Maio: «Il lockdown per i non vaccinati, come l’Austria, non lo stiamo considerando né l’obbligo vaccinale per tutti».

LO STESSO COSTA ha annunciato che non ci sarà nessun cambio di colore da lunedì ma la mappa europea ieri ha messo Bolzano in rosso scuro. In rosso Friuli Venezia Giulia, Marche e Veneto, tutto il resto in giallo tranne la Sardegna (unica in verde). «C’è allarme per l’occupazione delle terapie intensive in Friuli, oltre la soglia del 10%, e per la provincia di Bolzano. La situazione è preoccupante anche in Veneto. Potremmo raggiungere una situazione drammatica nel giro di un mese e mezzo in tutto il paese»: è la previsione del presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, Alessandro Vergallo, che chiede la riduzione della durata del green pass a 6 mesi.

I nuovi casi ieri in Italia sono stati 10.638 (ma un anno fa erano 36.176) su 625.774 tamponi, tasso di positività all’1,7%, i decessi 69. In crescita i ricoveri: più 17 in terapia intensiva, più 28 nei reparti ordinari. Le regioni con più casi: Lombardia (1.705), Veneto (1.603) e Lazio (1.089). I governatori hanno cominciato a riconvertire i reparti: il Veneto ha raddoppiato i letti in Ti, la Campania ne predisporrà 189 in più, il Lazio 243. Questo allontanerà la zona gialla ma è soprattutto una necessità visto il trend.

LA FONDAZIONE GIMBE spiega: «Friuli Venezia Giulia e Bolzano sono molto vicini alla zona gialla: oltre all’incidenza settimanale superiore a 50 casi per 100mila abitanti, presentano entrambi i tassi di occupazione ospedaliera superiori o prossimi alle soglie del 15% in area medica e del 10% in terapia intensiva. Crescono i casi in Italia, ma l’impatto ospedaliero è al momento contenuto grazie alla protezione vaccinale: rispetto alla settimana precedente, più 15,5% in area medica e più 14,3% in Ti. Per la quarta settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta – si conferma a livello nazionale un incremento dei nuovi casi settimanali (più 32,3%)».