O Eugenio Giani o primarie toscane di coalizione, per scegliere il candidato del centrosinistra per la successione a Enrico Rossi. Primarie da fare in fretta, entro la fine di dicembre. Primarie che, in teoria, vedrebbero vincente lo stesso Giani, visto che il via libera della direzione regionale del Pd al presidente dell’assemblea di Palazzo Panciatichi è arrivato con un solo astenuto. Ma l’assenza al voto dei “malpancisti” – Rossi e i suoi assessori Bugli e Ceccarelli – e il mancato gradimento a Giani da parte di Mdp e Sinistra italiana, sono fattori che inducono ancora a margini di incertezza.
Per certo il segretario nazionale dem Nicola Zingaretti ha apprezzato il metodo con cui si è arrivati alla proposta: “Il Pd della Toscana ha dimostrato, proponendo all’unanimità, alla coalizione di centro sinistra, Eugenio Giani come candidato alle presidenza della Regione, quanto sia decisivo per il partito il valore dell’unità”. In effetti le consultazioni avviate dalla segreteria dem toscana (l’orlandiano Valerio Fabiani, Massimiliano Pescini e Lorenzo Becattini) “con oltre 160 soggetti fra dirigenti, eletti, amministratori locali del partito, oltre a rappresentanti dei sindacati, delle categorie economiche e dell’associazionismo”, sono state utili per evitare plateali spaccature, in vista di un voto di maggio in cui la destra a trazione leghista spera parecchio.
Alla resa dei conti è stata così data la delega alla segretaria regionale Simona Bonafè di portare il nome di Giani al tavolo di coalizione. Affollatissimo, visto che ne fanno parte Italia Viva, Psi, + Europa, 2020 a Sinistra -Sinistra italiana-Mdp Articolo 1, Comunità civica Toscana, Demos, Europa verde Toscana, Italia dei valori, Movimento azione laburista, Movimento laici e liberali, Futura, Italia in Comune e Pri. Per il pomeriggio di martedì è stata fissata la riunione del tavolo. “Non imporremo niente a nessuno – ha anticipato Bonafè – pensiamo di confrontarci con gli alleati su questo nome, capire se ci sono altre candidature da parte loro, e siamo aperti anche a fare le primarie”. Che pure le consultazioni fatte escluderebbero. Sulla stessa linea Fabiani: “La scelta di Giani arriva al termine di un percorso condiviso, e ora dovrà essere discussa con la coalizione”.
Al tempo stesso Bonafè ha avvisato i potenziali alleati: “Consideriamo che c’è una variabile tempo, e dobbiamo essere in grado di mettere in campo una candidatura il prima possibile insieme alla coalizione che dovrà essere la più larga possibile. Perché adesso c’è bisogno di parlare ai cittadini delle cose che vogliamo portare avanti”. La considerazione finale dell’europarlamentare Bonafè, ex renziana rimasta nel Pd, è anche un avviso ai naviganti: “L’unità del Pd è un fatto politico importante, perché è vero che da sola non basta, ma è certo che senza unità non si vince”.
E vincere questa volta non sarà la solita passeggiata, con il M5s che correrà in proprio, al pari di Si Toscana a Sinistra, di cui Rifondazione è socia fondatrice e che avverte: “Noi siamo impegnati nella costruzione dell’alternativa a tutto questo, che speriamo e sappiamo essere non solo potenzialmente ampia, ma soprattutto urgente e necessaria. Il ritorno al passato lo lasciamo a Giani e a chi lo sosterrà”.