I nuovi casi di coronavirus si contano sulle dita di una mano. Ma anche la Toscana, in vista delle elezioni regionali per scegliere l’erede di Enrico Rossi, deve fare i conti con le macerie sociali ed economiche lasciate in eredità dal virus. A fare il punto della situazione la Cgil, che con il rapporto “Covid-19 e Toscana, primi spunti di analisi”, è stata lapidaria: “Si rischia di perdere dai 50mila ai 100mila posti di lavoro da ora a fine anno”. Con l’aggravante che nella crisi del 2009 la regione si difese con turismo ed export, che in questo caso invece risultano fra i settori più colpiti dalla pandemia. Le difficoltà delle città d’arte nella “ripartenza”, Firenze ma anche Pisa, Siena e Lucca, ne sono la riprova. Ben visibile nei servizi tv e nelle inchieste giornalistiche locali.
Risulta terremotata anche la politica. “C’è stato il tentativo di votare a luglio – ricorda Massimo Torelli di Firenze città aperta – per non fare i conti con una recessione che sarà profondissima”. A volerlo era Eugenio Giani, strafavorito candidato di un centro-sinistra tanto largo di sigle, ben 18 compresa Iv di Matteo Renzi, quanto vago su progetti e programmi. Se non quelli vetero-sviluppisti del sindaco fiorentino Nardella, che continua a chiedere per i sindaci i poteri dei commissari straordinari, per poter applicare – con lo sconcerto del sindacato – l’irripetibile modello del Ponte Morandi. E dello stesso Giani, la cui uscita su un nuovo inceneritore a Livorno (“andremo con i carri armati per farlo”), ha provocato una sollevazione, e una veloce marcia indietro.
Per certo la pandemia ha spazzato via l’onda leghista, e anche i Cinque stelle non se la passano bene. Toscana non contendibile, dicono i sondaggi. A tal punto che ora Matteo Salvini non vuole bruciarsi candidando la sua protetta Susanna Ceccardi. Lasciando così allo sbando l’intero centrodestra.
Gli stessi sondaggi invece premiano Toscana a Sinistra, in opposizione a Giani, con un possibile 6-7%. “Succede perché la proposta politica di Giani assorbe le istanze della destra e dei suoi centri di potere – tira le somme il candidato Tommaso Fattori – mentre il nostro progetto non è fatto né con le ruspe né con i carri armati”. Piuttosto di partecipazione, con le liste di cittadinanza e le forze politiche (Prc, Pap, Sx anticapitalista) che battono su un tasto preciso: “Le ricette di rilancio – sintetizza Leonardo Becheri – non possono essere basate di nuovo sulla causa stessa della crisi: lo sfruttamento predatorio dell’ambiente, e della qualità della vita sociale e lavorativa di ognuno di noi”. “Non è tempo di restaurare la normalità pre Covid – ribadisce Fattori – ma di usare le opportunità aperte da questa terribile crisi, come la spesa in deficit, per compiere una svolta ‘verde’ e sociale”.
Sabato ci sarà la prima assemblea regionale di Toscana a Sinistra. Ancora in videoconferenza. Ma a luglio le assemblee territoriali, nei dieci capoluoghi e negli altri centri di maggiori dimensioni, saranno probabilmente “in presenza”.