L’incontro tra il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e il presidente della regione, Vincenzo De Luca, ci dovrebbe essere all’inizio della prossima settimana. I due amministratori hanno alle spalle almeno due anni di gelo assoluto, scanditi da partecipazioni a eventi istituzionali seduti a distanza di sicurezza, strette di mano formali e solo per imposizione del protocollo, zero contatti diretti se non tramite i rispettivi sherpa.

IL GHIACCIO l’ha rotto il sindaco telefonando al numero diretto di De Luca. Una conversazione formale ma distesa con l’impegno a incontrarsi per organizzare la fase due e tre. Il governatore ha capitalizzato l’esposizione mediatica derivata dalla gestione della pandemia: fino al 10 marzo era il candidato uscente, dato perdente dai sondaggi rispetto al centrodestra ma deciso a correre per la conferma alle regionali, nonostante il Pd locale lavorasse a scalzarlo per presentare un nome civico in accordo con i 5S. Dopo l’uragano Covid-19 è dato vincente su un centrodestra spaccato e indebolito.

I DEM si sono ricompattati, pronti a sostenerlo senza chiudere però la porta ai pentastellati: «Ci auguriamo che il progetto posa essere condiviso, anche dal punto di vista programmatico, da tutte le forze che si riconoscono nel campo degli antisovranisti» ha spiegato il segretario del Pd partenopeo, Marco Sarracino, che guarda a quel pezzo di Movimento con il cuore a sinistra.

NAPOLI però resta un terreno difficile per l’ex sindaco di Salerno. De Magistris, d’altro canto, ha mesi complicati davanti. Dopo l’accordo raggiunto dall’Anci, i comuni hanno accettato di non produrre ordinanze in tema pandemia limitandosi ad applicare le disposizioni di governo e regione. Un ruolo da meri esecutori che comincia a stare stretto a molte amministrazioni come Milano, Firenze, Bologna, Palermo.

Soprattutto perché dal governo non è arrivato il sostegno sperato. Napoli ad esempio solo di tassa di soggiorno, ha perso 16 milioni; il buco per i mancati incassi sarà di almeno di 300 milioni e da Roma, tra acconto e saldo, ne arrivano circa 50. Un’interlocuzione con la regione e con il governo diventa necessaria per recuperare ruolo e fondi: «Ho voluto chiamare De Luca – ha spiegato de Magistris – perché il momento è talmente difficile che è necessario mettere da una parte una serie di cose che sono accadute. Credo che la città e la regione debbano interloquire sul piano istituzionale anche perché il governo finora ha abbandonato i sindaci».

POI C’È LA PARTITA POLITICA. Le elezioni al comune dovrebbero esserci la prossima primavera, la maggioranza in consiglio è appesa a due o tre voti. Le fibrillazioni vanno avanti da almeno un anno, il gruppo misto è diventato il più numeroso del parlamentino. Tre di loro, transfughi dalla coalizione arancione, hanno aderito a Italia Viva: Manuela Mirra, Gabriele Mundo e Carmine Sgambati non sono esattamente dei campioni del rinnovamento ma ai renziani vanno bene per fare da ago della bilancia tenendo in vita il consiglio. La navigazione dovrebbe continuare ma tra molti mal di pancia. Il movimento del sindaco, Dema, ha cambiato i vertici per affrontare le prossime tornare elettorali, a partire dalle regionali, ma trovare uno spazio è difficile.

IL PD METROPOLITANO lo sa e prepara la sua mossa. Oggi appuntamento al Nazareno, domani ci dovrebbe essere un incontro con De Luca. Da quanto trapela, l’offerta da fare a de Magistris dovrebbe suonare così: sostegno del sindaco al governatore, magari anche presentandosi con una propria lista civica, a patto però di anticipare il voto al comune a settembre con le regionali. L’ex pm (che ha già due mandati a Palazzo San Giacomo) potrebbe così siglare un patto con i dem che includerebbe anche i futuri assetti al comune, seppure come socio di minoranza. Ipotesi caldeggiata anche da una parte dei consiglieri comunali.

TRA I 5STELLE, del resto, un’ipotetico accordo con de Magistris per adesso non è all’ordine del giorno. E per le regionali si ripete in Campania il copione visto su molti territori: l’alleanza di governo non decolla quando si tratta di amministrative. Il tentativo di costruire una coalizione con i dem, dietro la candidatura del ministro Sergio Costa, è stato spazzato via dal Covid-19. A marzo i 5S hanno evitato di polemizzare con il governatore vista l’emergenza, poi però sono fioccate le denunce sulla gestione della Sanità campana. Con le elezioni a settembre e De Luca in pista, il Movimento correrà da solo con una candidatura del territorio, probabile la consigliera regionale Valeria Ciarambino. Se il voto dovesse slittare alla prossima primavera allora si potrebbero rimescolare le carte ma sembra un’ipotesi molto remota.