Si è svolto domenica a Milano un flash-mob organizzato da Amnesty International alla presenza della famiglia del ricercatore italiano Giulio Regeni, ucciso in Egitto agli inizi di febbraio. Tra sabato e ieri anche la serie A e la serie B di calcio hanno ricordato Regeni attraverso lo striscione di Amnesty che chiede verità all’Egitto e l’impegno del governo italiano perché non venga dimenticata questa richiesta. Non si ferma dunque la campagna «gialla» per conoscere la verità sul barbaro assassinio di Regeni. «Siamo qui per dirvi che il vostro sostegno è molto importante: portiamo avanti la nostra lotta insieme per la verità. La verità per Giulio e per tutte le persone che attualmente si trovano in tutti quei paesi del mondo in cui i diritti umani non sono riconosciuti», ha detto a Milano il padre di Regeni, Claudio.

Sul caso ieri è intervenuta anche Laura Boldrini: «Regeni è stato ucciso con evidenti segni di tortura: penso che la cittadinanza europea vada esercitata anche in questo caso. Quando un cittadino europeo viene trattato in questo modo, credo che l’Europa dei diritti debba ribadire tutta insieme la richiesta di verità su un caso come questo». Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, intervenendo al convegno «Da Roma a Lisbona e oltre: la costruzione di una nuova comunità politica» in corso a Montecitorio.