Election days il 13 e 14 settembre per regionali, amministrative e referendum sul taglio dei parlamentari. L’intenzione del governo è chiara e ha preso forma nei due emendamenti della relatrice al decreto legge elezioni in fase di conversione alla camera. Ma gli unici contenti sembrano i presidenti uscenti di regione ansiosi di riconferma, anzi Zaia insiste che per lui sarebbe meglio andare a votare a luglio. Del resto, proprio ieri il governo francese ha stabilito che il secondo turno delle amministrative d’Oltralpe si terrà il 28 giugno «ma con la mascherina ai seggi».

Contrario all’election day è il centrodestra, con una posizione instabile della Lega: Salvini aveva frenato la fretta di Zaia, meaieri i deputati leghisti hanno depositato un emendamento proprio per tornare a consentire il voto a luglio. Conte ha ripetuto (ieri sul Corriere della Sera) che sulla data del voto cercherà un confronto con le opposizioni e con le regioni. Lo farà?

Il vice presidente del Comitato per il no alla riduzione dei parlamentari Alfiero Grandi ricorda che «il governo si era impegnato a un confronto preventivo con i comitati del no». E in effetti il 5 marzo scorso, quando fu fatta saltare per la pandemia la data del 29 marzo originariamente prevista per il referendum costituzionale, Conte disse chiaramente che «volevo consultarmi con i comitati, ma non ho avuto neanche un piccolo spazio per interloquire con loro. Mi riprometto di sentirli perché si tratterà di trovare un’altra data».

Accorpare referendum costituzionale ed elezioni significa «sminuire la scelta sulla modifica costituzionale», dice Grandi, e «vuol dire non avere il tempo per fare la campagna elettorale».