Mancano solo cinque giorni al referendum consultivo che a Roma potrebbe decidere le sorti di Atac, l’azienda di trasporto pubblico locale per la quale i Radicali chiedono la liberalizzazione del servizio.
Ieri per la prima volta ha preso posizione un consigliere del M5s, finora silente sulla questione. «Atac Si, Atac No. Diffidate di chi suggerisce la soluzione per il miglioramento del servizio di trasporto pubblico attraverso la privatizzazione. Sono gli stessi che hanno mangiato Atac, e non solo», scrive su facebook Nello Angelucci.
I Radicali invece terranno oggi il «referednum day» con una ventina di tavoli in tutti i quartieri di Roma e decine di volontari impegnati. «L’obiettivo è quello di colmare il gap d’informazione con la forza della militanza, e rispondere con l’attivismo all’immobilismo dell’amministrazione», spiega Simone Sapienza, segretario di Radicali Roma. «Ci sono troppi romani – continua Sapienza – che ancora non sanno di avere la possibilità, anzi il diritto, attraverso il proprio voto il prossimo 11 novembre, di innescare un indispensabile processo di rinnovamento del servizio di trasporto pubblico a Roma, giunto nelle mani di Atac a livelli drammatici e ormai irrecuperabili. Per questo, oltre ai militanti romani, anche altri radicali arrivati da ogni parte d’Italia per il XVII congresso di Radicali Italiani che ieri ha eletto Silvja Manzi nuovo segretario, parteciperanno attivamente ai tavoli e porteranno il loro contributo per mobilitare la cittadinanza». Perché il referendum sia valido serve che votino il 33,3 per cento dei cittadini aventi diritto al voto, pari a circa 650 mila persone.
Sul fronte di chi fa campagna per il No, il comitato «Mejo de no», con molti autisti iscritti al Pd e dunque in aperta polemica con voto del partito a Roma, motiva il proprio voto così: «La liberalizzazione significherebbe sicuramente una riduzione del servizio, già oggi notevolmente compromesso». «Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: i fautori del No non sostengono lo status quo – precisa Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica della giunta Raggi e adesso presidente del comitato per il no «ABC, Atac bene comune» – . Questa Atac è il risultato del tracollo della malapolitica. Noi chiediamo che la politica faccia un passo indietro».