La Grecia giovedì scorso ha approvato la legge che assicurerà un reddito minimo garantito a 750mila persone così, in Europa, restano solo l’Italia e l’Ungheria senza alcuna misura in materia.

Questa la considerazione che girava venerdì 16 giugno a Napoli, in piazza San Domenico, dove la Rete Numeri Pari ha riunito le realtà sociali, Libera, i movimenti e il terzo settore per discutere del tema.

Essere nella capitale del Sud ha un valore importante per due motivi: due terzi delle povertà del paese è concentrata nel Mezzogiorno, un terzo in Campania; se il governo taglia il welfare e sposta gli investimenti verso i bonus alle imprese diventa sempre più difficile liberare dal ricatto dei clan le fasce povere della popolazione.

«Occorre rompere con la stagione politica che ha svuotato il welfare e ridare dignità e autonomia a milioni di persone che pagano la crisi. L’Istat ci dice che sono necessari 15miliardi per il contrasto alla povertà ma il governo ha stanziato solo un miliardo 700mila euro» spiegavano gli organizzatori mentre distribuivano opuscoli in giro per la piazza.

Nel 2012 e poi ancora nel 2015 la stessa rete aveva raccolto 100mila firme per il progetto di legge sul reddito minimo garantito, una proposta molto differente da quella a 5Stelle, che avevano ottenuto la firma dei senatori di Sel, i pentastellati e una parte del Pd ma è rimasta lettera morta.

Dopo due anni, la discussione è in mano al M5s, che però vorrebbero introdurre un reddito subordinato all’obbligo di accettare un lavoro qualsiasi altrimenti, dopo tre volte, si ha la perdita del beneficio.

La Rete dei numeri pari parte da un altro principio: «Non si tratta di colpevolizzare la persona in difficoltà economica, come fosse qualcuno che non ce la fa perché non si impegna abbastanza, ma al contrario come sostegno economico in grado di valorizzare la persona che può avere delle difficoltà economiche».

Questa volta si girano le piazza italiane, almeno mille fino a ottobre, per organizzare poi una manifestazione nazionale. Un coinvolgimento dal basso per obbligare la politica ad agire.

«In Italia ci sono 4milioni e 600mila persone in povertà assoluta, 9milioni in povertà relativa e 11milioni non si curano. E’ dagli anni ’90 che l’Europa ci ricorda che i sistemi di reddito minimo adeguati debbono stabilirsi almeno al 60% del reddito mediano dello stato membro interessato» spiegavano ieri alla folla che passava dalla piazza.