In dieci giorni sono state già presentate 250 mila richieste per il «reddito di emergenza». Il dato è la più evidente dimostrazione della gravità della crisi a tre mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria del Covid 19. Il «lockdown» per contenere la diffusione del virus ha innescato la più grande emergenza sociale, e non solo lavorativa, del nuovo secolo. La misura temporanea, categoriale e occasionale istituita dal governo con il «Decreto rilancio» per tutelare gli esclusi dai bonus a pioggia e dalle casse integrazioni estese è anche la prova dell’inadeguatezza della risposta al problema.

I dati comunicati ieri dall’Inps permettono di rendersi conto, concretamente, della volontà di escludere ogni forma strutturale, incondizionata, universale di tutela sociale di base per gli invisibili. Il limite massimo del sussidio per una famiglia di almeno quattro persone sarà di 800 euro. se non ci sono persone in condizione di disabilità . Il beneficio è di 400 euro se la famiglia ha un unico componente. A parte l’irrisorietà delle cifre, questo significa che una famiglia numerosa dovrà sopravvivere, se rientra nei criteri patrimoniali e fiscali stringenti, con 200 euro a testa per 4 componenti, per di più erogati in due tranche. Senza contare che, dopo l’esaurimento dei 986 milioni di euro, non è previsto al momento nessun altro sostegno per chi è stato escluso da tutto in un Welfare dell’emergenza, tanto improvvisato, quanto escludente. La povertà sarà allora ritenuta abolita per decreto.

Le famiglie in difficoltà che hanno avuto altre «indennità Covid», o sono beneficiarie del cosiddetto «reddito di cittadinanza», o ricevono una pensione, sono escluse. Ma quelle che non hanno ricevuto nulla possono arrivare a 840 euro, ma solo nel caso in cui ci siano quattro componenti e uno di questi sia disabile. La «targettizzazione» dei beneficiari implica l’esclusione di milioni di persone. Il «reddito di emergenza» è stato definito una «misura residuale» rispetto alle altre misure che termineranno a giugno. L’espressione si riferisce all’entità economica della misura. Se usata rispetto ai beneficiari assume un significato biopolitico inquietante: la vita degli esclusi è «residuale»