Man mano che gli accertamenti sui percettori del cosiddetto «reddito di cittadinanza» andranno avanti, scoprendo anche le truffe ma soprattutto i percettori che hanno incassato il sussidio di povertà (che non è un «reddito di cittadinanza») omettendo volontariamente o involontariamente particolari della loro situazione patrimoniale o reddituale, tanto più crescerà la gazzarra delle destre e dei liberisti di complemento contro i poveri. L’odio di classe contro chi è ridotto al silenzio è stato rilanciato dai 16 arresti di persone di origine romena a Cremona, Lodi, Brescia, Pavia, Milano, Andria, Barletta e Agrigento nell’ambito di una operazione condotta dalla guardia di finanza di Cremona e Verona, disposta dalla procura della Repubblica di Milano, con le accuse di reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, associazione a delinquere ed estorsione. 9 mila le persone denunciate. La truffa è di «oltre 20 milioni di euro». L’operazione ha permesso di «evitare l’indebita percezione di altri 60 milioni di euro». Sui social è stato diffuso un odioso video dove una donna sfoglia mazzette di soldi ottenuti dalla truffa.

Secondo gli inquirenti alcuni centri fiscali compiacenti si sono prestati alla truffa, in altri alcuni funzionari sono stati minacciati. In ogni caso, ha fatto notare il presidente della Camera Roberto Fico (M5S), anche l’indagine di ieri ha dimostrato che il sistema dei controlli funziona, sebbene sulla base di una legge che impone limiti che escludono molti dal beneficio.

Ieri i governatori della Lega,con Salvini in testa, hanno definito il «reddito» una misura che premia i «furbetti». I fondi andrebbero dati «ai disabili, ai care giver». Questa è la prospettiva della guerra degli ultimi contro i penultimi. Se ne è reso conto il ministro del lavoro Orlando: «Basta con la retorica ignobile sui furbetti».

«Populismo dall’alto» ha commentato Stefano Fassina(LeU). Bisognerebbe iniziare ora a denunciare il populismo sociale neoliberale che ha creato questo sgangherato sistema di Workfare.