Mentre a Roma il governo Conte siavvitava in un nuovo giorno di crisi esplosa sul Recovery fund da Bruxelles la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha assicurato che le trattative starebbero andando avanti su un binario parallelo, stanno mostrando buoni progressi anche se la distribuzione dei finanziamenti previsti è contestata da Italia Viva. «Stiamo negoziando con gli Stati membri indipendentemente dalle diverse situazioni politiche», ha chiarito Von Der Leyen, limitandosi a ribadire le condizioni di accesso alle risorse: «investimenti e riforme, il Green deal e la transizione digitale.

Ma è proprio sul «Green Deal» chela nuova bozza in circolazione sembra avere operato un significativo cambiamento. «Abbiamo saputo che 11 miliardi originariamente previsti per il Green Deal sono stati spostati, nella bozza del Piano del Governo per l’utilizzo dei fondi europei di Next Generation Eu, al finanziamento di altri settori. La cosa ci sembra particolarmente grave perché quella quota è obbligatoria per ottenere i fondi del Recovery Fund, quindi Bruxelles potrebbe in teoria bocciare tutto il Piano italiano – sostiene Luciana Castellina, portavoce della task force Natura Lavoro – Chiediamo di ripristinare – a quota stabilita da Bruxelles per le spese del Recovery Fund che devono andare al risanamento ambientale, hanno fatto il contrario di quello che sarebbe stato necessario…».
Anche il presidente della Coldiretti Ettore Pradini ha evidenziato la nuova situazione. «Vengono tolte incomprensibilmente risorse per la crescita sostenibile dalle filiere produttive, alle foreste urbane, agli invasi nelle aree interne in grado di contrastare i cambiamenti climatici». «Chiediamo spiegazioni al governo sul cambio di strategia».

Il «piano nazionale di ripresa e resilienza» (Pnrr), al capitolo salute, non convince nemmeno una rete di associazioni e centri di ricerca composta tra gli altri da Salute diritto fondamentale, Sos Sanità, saluteinternazionale.info, Copersamm, la Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo F. Basaglia e il Lisbon Institute of Global Mental Health, oltre a Cgil, Cisl e Uil. Insieme hanno promosso un appello dove definiscono la bozza uno «schiaffo alla sanità pubblica, briciole alla salute della popolazione». «Non vediamo significativi mutamenti negli orientamenti del Governo sulle destinazioni alla sanità e ai servizi sociali del recovery fund – sostengono le organizzazioni – manca il radicale ripensamento sulla direzione di marcia per investire anche le poche risorse ora previste». Nello specifico «non convince il ritocco del Pnrr di queste ore, che per la sanità si passerebbe da 9 a 15 fino a 18 miliardi, ma questo è solo un rimescolamento delle risorse che erano già previste e che hanno mantenuto la medesima destinazione: resta una quantificazione insufficiente e qualitativamente inadeguata». Il prossimo 22 gennaio alle 16 è stata convocata un’assemblea pubblica dei firmatari dell’appello.

Capitolo trasporti. «C’è una mancanza di visione sui temi legati alla progettazione di infrastrutture portuali resilienti in un contesto sempre più condizionato dai cambiamenti climatici; mancano gli interventi per favorire la transizione energetica di mezzi navali e mezzi stradali, assenti anche interventi organici e strutturati per innovazione e digitalizzazione delle catene logistiche» sostiene il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè.