È di nuovo marzo in Gran Bretagna. Ieri Boris Johnson ha annunciato un nuovo lockdown in tutto e per tutto simile (a parte le bubbles tra nuclei familiari) a quello imposto durante la prima ondata di contagi della scorsa primavera. I governi devoluti di Galles e Irlanda del Nord si apprestano a fare lo stesso, la Scozia ha chiuso tutto già dalla mezzanotte di ieri.

A ieri i nuovi casi erano 58.784 – il numero quotidiano più alto dall’inizio della pandemia. Oltre 75mila le vittime. È l’abbandono precipitoso del precedente sistema a livelli dopo che le misure di contenimento delle ultime settimane sono state beffate dalla diffusione esponenziale della nuova variante, fino al 70% più contagiosa.

Il governo ha decretato il quinto, massimo livello di allerta, quello in cui gli ospedali rischiano di essere sopraffatti dai ricoveri: non sono mai stati così sotto pressione, i pazienti da Covid aumentati di un terzo nelle ultime settimane. Non agire adesso significherebbe causarne il collasso.

Si starà dunque di nuovo a casa tranne che per fare la spesa o per uscire per fare esercizio fisico, o per richiedere assistenza medica. Le scuole primarie e secondarie resteranno chiuse fino a febbraio, eccetto che per i bambini dei lavoratori essenziali, per i quali funzioneranno delle classi a scartamento ridotto. Jonson aveva voluto tenere aperte tutti costi fino all’ultimo. Keir Starmer aveva richiesto il lockdown pesante già da domenica.

Anche la Scozia entra nel confinamento. Ieri, nella sua relazione quotidiana sull’andamento dell’epidemia, Nicola Sturgeon si è detta “mai così preoccupata” durante la prima ondata. Intanto è iniziata la somministrazione del Vaccino AstraZeneca dopo quella in pieno corso del vaccino Pfizer. Un sondaggio Yougov sull’opinione pubblica riguardo all’inasprimento delle misure ha dato un esito di 79% a favore 16% contrari.