«Dire che siamo rimasti tutti sbigottiti è dire poco. Riuscire a cancellare il reato di immigrazione clandestina è stata una vittoria bellissima, che ha messo Pd e Pdl di fronte alle loro contraddizioni. E invece Beppe ha rovinato tutto. Questa volta si è dato la zappa sui piedi e lo ha fatto per il motivo peggiore: un mero calcolo politico basato sul razzismo». Chiede di non essere citato il senatore 5 stelle che alle sei del pomeriggio sfoga tutta la sua amarezza per l’ultima incursione fatta a gamba tesa dal guru. «Questa volta anche i suoi parlamentari più fedeli sono in difficoltà, guarda quello che ha detto Alessandro…», prosegue il senatore.
Alessandro è Alessandro Di Battista, deputato sempre molto attento alle indicazioni che arrivano da Grillo. E che però, pure lui, chiacchierando con i giornalisti alla Camera si lascia andare a un commento che ha tutta l’aria di una critica al leader: «Noi ci dobbiamo riunire in assemblea e parlarne, ma l’errore più grande che ha fatto Beppe è che non è stato presente in questi mesi, lo è stato sempre meno. Beppe si deve far vedere di più».

Non si fa vedere ma si fa sentire Grillo. Eccome. Lo ha fatto ieri mattina quando il leader e Casaleggio hanno rovinato quella che si può considerare la prima vera vittoria politica del M5S da sei mesi a questa parte, come l’abolizione del reato di clandestinità grazie a un emendamento presentato in commissione Giustizia di palazzo Madama dai senatori grillini Andrea Buccarella e Maurizio Cioffi. Un successo insperato forse dagli stessi autori dell’emendamento e che invece si è improvvisamente materializzato mercoledì sera grazie a nuova maggioranza formata da M5S, Pd, Sel, Scelta Civica e Gal. A votare contro sono rimasti solo Lega e Pdl.

La reazione della coppia Grillo-Casaleggio è durissima: «Il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in parlamento senza controllo», scrivono in un post in cui smentiscono quanto fatto da Buccarella e Cioffi e liquidando la posizione espressa con l’emendamento come «del tutto personale». L’abolizione del reato di immigrazione clandestina «non faceva parte del programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all’interno», proseguono ancora Grillo e Casaleggio spiegando di essere in disaccordo sia sul metodo che sul merito. «Nel metodo perché un portavoce non può arrogarsi una decisione così importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno… Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico… Nel merito questo emendamento è un invito agli emigranti dell’Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l’Italia – scrivono ancora Grillo e Casaleggio -. Il messaggio che riceveranno sarà da loro interpretato nel modo più semplice: ’La clandestinità non è più reato’, Lampedusa è al collasso e l’Italia non sta tanto bene. Quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?» è la conclusione. Che già farebbe discutere in tempi normali, figuriamoci dopo una tragedia costata la vita a più di 300 migranti.

Parole che ti aspetteresti di sentire da un leghista. E infatti la Lega, furiosa perché «stanno smantellando al Bossi-Fini», ne approfitta subito chiedendo ai grillini di votare un loro emendamento che reintroduce in reato di immigrazione clandestina. Ma che fino a ieri sera tutti i senatori 5 stelle giuravano di non voler votare.

Non è la prima volta che Grillo esprime posizioni a dir poco discutibili sull’immigrazione. Lo fece ad esempio, usando parole quasi uguali a quelle di ieri, lo scorso mese di maggio quando si cominciò a parlare di mettere mano alla legge sulla cittadinanza. Stavolta, però, c’è qualcosa in più. Come quel riferimento allo scarso successo elettorale che il M5S avrebbe avuto se avesse inserito la cancellazione del reato di clandestinità nel suo programma. «Preferisco trincerarmi dietro un no coment. E questa è già una risposta», dice il deputato 5 stelle Tancredi Turco, mentre a proposito del rispetto delle regole tanto invocato da Grillo e Casaleggio, il senatore Louis Alberto Orellana twitta: «Ci sono le regole, ci diamo le regole o ci danno le regole?».

Ieri sera nuova riunione congiunta senatori deputati. Riunione che si è svolta tenendo i giornalisti ben lontani e senza diretta streaming, sempre celebrata dal movimento e puntualmente abolita quando non fa comodo. «Noi pensiamo di aver svolto il nostro lavoro al meglio e non pensiamo di aver commesso errori», hanno comunque detto prima di entrare Buccarella e Cioffi, i due senatori autori dell’emendamento.

Chi non deve discutere tanto per esprimere un suo giudizio è invece la rete, che alle parole di Grillo si è scatenata. E per quanto divisa come sempre, questa volta sembra dare torto a Grillo: «Per caso state diventando leghisti?», chiede Carmelo Di S. E Fabrizio aggiunge: Mi dispiace ma questa volta non sono per niente d’accordo! Se è vero che è sbagliato il metodo cosa spettiamo a metterla subito ai voti? Adesso! Per le epurazioni siamo stati rapidissimi ed ora cosa spettiamo?».