In una recente intervista all’Espresso, Enrico Rava fa un consuntivo della sua carriera: «Non cambierei un pelo della mia vita, penso di aver avuto una fortuna sfacciata. Certo, occorre aver talento e carisma, ma per quanto banale, serve anche essere nel posto giusto al momento giusto. Mi è capitato quando Gato Barbieri mi diede un’occasione e poi con Steve Lacy che mi ha portato a New York: da sconosciuto e inesperto, dopo un mese ero amico di Gil Evans, andavo a suonare con Cecil Taylor, Archie Shepp, gente così…». Ma la voglia di sperimentare non viene mai meno, come nel caso del nuovo lavoro, per ora disponibile solo in digitale.

MICROFONI e registratori accesi, nel tour del 2016, a fornire la base per questo inaspettato disco  – For Mario che esce per i tipi della Accidental Records – che mette insieme le forze del veterano jazzista e trombettista più giovane della scena italiana, Matthew Herbert, decano inglese della scena elettronica dei beats in battuta da dancefloor sperimentale, Giovanni Guidi, figlio di Mario Guidi, da anni col suo pianoforte ardito accanto a Enrico, e figlio di Mario, manager e amico di Enrico scomparso cui va ricordo e dedica. Herbert ha elaborato centinaia di «campioni» di suono di Rava e Giovanni Guidi, colti in diverse date, li ha elaborati e usati come base ritmica, su quella materia inquieta i due musicisti sono tornati a intervenire, flicorno e piano spesso di nuovo manipolati elettronicamente da Hugh Jones, altra mente mobile dell’elettronica. Il risultato è un disco visionario e imprendibile (per ora solo in digitale) , che ad ogni ascolto rivela sconcertanti prospettive musicale nuove, o angoli di riconoscimento di melodie conosciute. Che classe, in ogni caso.