Battisti è uno di quei classici della musica leggera italiana al cui ascolto è difficile rinunciare e ben pochi altri possono stare in sua compagnia e a contarli non occuperebbero le dita di una mano. Detto questo, non stupisce che a cadenze quasi semestrali, prima almeno si manteneva l’anno solare, escono album che lo riguardano. Perlopiù sono antologie che rispolverano canzoni e temi notissimi. Raramente – e si capirà l’uso dell’avverbio – ci scappa l’inedito come negli anni novanta; mentre s’attende ancora una sistemazione che coinvolga il periodo post- Mogol, in apparenza il più spensierato e sperimentale, che rappresenta non solo il suo vero lascito artistico, ma che simboleggia il desiderio di allontanarsi definitivamente dai meccanismi commerciali di promozione per il cantante tanto fastidiosi. In tal senso piace immaginare il percorso discografico di Battisti l’esatto contrario di quello intrapreso da Battiato, tanto per scomodare un altro gigante della canzone italiana.

TUTTAVIA, se il binomio Battisti-Panella stenta a distanza di venticinque anni dall’ultima apparizione a decollare e ad essere riconosciuto per ciò che merita, il sodalizio Battisti – Mogol conserva garanzie di successo. Ed infatti il «brand» torna a marchiare un cofanetto in doppia versione cd e lp, contenente sedici tracce con tanto di commenti e un titolo «rumoroso» come Rarities (SonyMusic). Ed è un album che suona e che canta. Eccome! Grande cesellatura di testi, ottimi arrangiamenti, influenze maggiori e minori ben compresse in un’idea di musica che non si spaventa di mostrare più volti al pari delle destinazioni d’uso: singoli, b-sides, versioni lunghe, altre destinate a mercati stranieri e per finire brani affidati altri artisti. Questo è il bouquet di Rarities più evidente e plausibile di essere rubricato nell’ampia discografia del cantante reatino. Ma, ad un ascolto più profondo, tenuto lontano dal Battisti più conosciuto, queste canzoni dalla celeberrima Pensieri e parole (qui presentata con una lunghissima coda orchestrale che per azzardo può essere paragonata agli estenuanti epiloghi cinematografici di Antonioni) alle liste francesi spagnoli e inglesi di brani come Les jardines de Septembre, Toujours plus belle, Ma Chanson de libertè, La Colina de las Cerezas, Una Muchacha por Amigo, To Feel in Love, estendono a raggiera connessioni e relazioni inaspettate e smentendoci cariche di novità.