Sono decollati con ogni probabilità da una base aerea in Sicilia i droni americani MQ-9 Reaper che hanno di nuovo colpito in Libia obiettivi di Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqim). Mercoledì gli aerei senza pilota hanno ucciso un qaedista a 50 miglia a sud-est di Bani Walid. Il 24 marzo avevano colpito Musa Abu Dawud, descritto dal comando americano Africom un «responsabile di alto livello» di al Qaida.

DA QUANDO si è insediato alla Casa Bianca Donald Trump, gli Stati uniti hanno condotto in Libia almeno 11 raid aerei. E decine di militari americani, membri di unità speciali, addestrano e di fatto guidano formazioni armate alleate del governo di accordo nazionale del premier Fayez al Sarraj. Intanto riesplode la faida per il controllo delle risorse petrolifere.

LA MILIZIA guidata da Ibrahim al Jadharn, l’ex comandante della Guardia petrolifera libica (Pfg), ha occupato i terminal di Ras Lanuf e Sidra, nella Libia nordorientale, dopo aver lanciato un attacco nell’area nota come «Mezzaluna petrolifera», una vasta zona di giacimenti che rappresentano oltre i due terzi della produzione petrolifera della Libia e che è sotto il controllo del parlamento di Tobruk.

La National oil company (Noc), la compagnia petrolifera statale, ha chiesto ad al Jadharn di ritirarsi, sottolineando che a causa dei combattimenti in corso da giovedì il deposito di stoccaggio nel terminal di Ras Lanuf è stato gravemente danneggiato. Un’intimazione a cessare subito l’occupazione dei pozzi è giunta anche dai due governi libici, ma i miliziani non hanno alcuna intenzione di ritirarsi. Al Jadharan due giorni fa ha spiegato che gli attacchi nella Mezzaluna petrolifera intendono mettere fine «all’oppressione dei residenti della regione», controllata dal marzo del 2017 dall’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar. «Non è una battaglia per fini personali, tribali o di partito», ha precisato al Jadharn, assicurando che i rifornimenti di petrolio proseguiranno tramite la Noc.

HAFTAR AVEVA preso il controllo di Ras Lanuf e Sidra consentendo la loro riapertura dopo un lungo blocco. Ora è pronto al contrattacco per sbaragliare i miliziani – ai quali si sono unite le Brigate di difesa di Bengasi – ma non avrà vita facile. Il grosso dei suoi uomini è impegnato nella battaglia per il controllo della città costiera di Derna in Cirenaica, che infuria da tre settimane. Per questo la risposta all’occupazione dei due terminal petroliferi è arrivata dal cielo, con bombardamenti aerei. Già lo scorso marzo le truppe fedeli ad Haftar furono impegnate per 10 giorni in combattimenti durissimi contro la stessa milizia. I combattimenti in corso a Derna sono ostacoli significativi ai piani delle Nazioni Unite di tenere elezioni il 10 dicembre. E i combattimenti nei porti petroliferi sono un ricordo delle aspre divisioni che stringevano la Libia nella morsa. mi. gio.