«Ora ho paura, sia per me che per i miei bambini. Temo che si possano vendicare», a parlare è il barista, un cittadino rumeno di 39 anni, aggredito nel suo locale alla periferia di Roma (quartiere Romanina) la domenica di Pasqua da due esponenti del clan Casamonica che hanno anche preso a cinghiate una cliente del bar, disabile, che aveva osato ribellarsi.

L’episodio è stato documentato da Repubblica che sul sito ha pubblicato il video delle violenze riprese dalle telecamere interne. A far scatenare i Casamonica il fatto di non essere stati serviti per primi dal barista.

Secondo la ricostruzione i due si sono prima avventati sulla donna, che protestava contro il loro atteggiamento, picchiandola con calci, pugni e una cinghia per poi uscire e ritornare mezz’ora dopo, questa volta per prendersela con il barista, ferito da una bottiglia.

La sindaca di Roma Virginia Raggi ieri si è recata in in via Salvatore Barzilai per incontrare i titolari del Roxy bar, mentre il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha assicurato ai proprietari del locale «il pieno sostegno da parte degli avvocati della rete antiusura della Regione Lazio e che l’ente si costituirà parte civile nel processo», inoltre «verrà garantito un contributo economico a favore dell’attività commerciale, a titolo di risarcimento per i danni ricevuti e, soprattutto, per dimostrare la vicinanza delle istituzioni a chi si oppone con la propria onestà ai fenomeni mafiosi», ha promesso il governatore in una nota.

L’indagine è stata affidata ai magistrati della Dda.

L’ipotesi è che gli inquirenti possano valutare di contestare l’aggravante mafiosa ad Antonio Casamonica e suo cugino Alfredo Di Silvio autori dell’aggressione, avvenuta il primo aprile scorso.