La commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai tornerà a riunirsi il prossimo 3 agosto. In agenda c’è l’audizione della direttrice di Rai fiction, Eleonora Andreatta. Ma cresce il numero delle forze politiche che chiedono che venga invece ascoltato tutto il consiglio di amministrazione di viale Mazzini. Per fare chiarezza sulle annunciate nuove nomine dei direttori dei Tg. Le nomine agitano particolarmente le opposizioni, perché appare chiara l’intenzione del governo di uniformare la linea dei telegiornali sul fronte del Sì al referendum costituzionale. La conferma di Mario Orfeo al Tg1 (sicuro fino a qualche giorno fa, ha reagito ai primi segnali di difficoltà intervistando prontamente ieri sera per l’edizione delle 20.00 direttamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella), la promozione di Ida Colucci al Tg2 e soprattutto il ritorno di Antonio Di Bella – al posto di Bianca Berlinguer considerata vicina alla minoranza Pd – al Tg3 preoccupano gli oppositori della riforma costituzionale. Ma anche il rappresentante della corrente dei giovani turchi, Francesco Verducci, in maggioranza nel partito con Renzi, ieri ha detto che «prima vengono i progetti editoriali, poi i nomi ad essi più congeniali. Sarebbe un passo falso incomprensibile se non ci fosse o si invertisse questa conseguenzialità». Secondo il deputato di Sinistra italiana Nicola Fratoianni «siamo alle logiche epurative peggiori. A questo punto è davvero urgente e necessario che la vicenda venga affrontata nella commissione parlamentare di Vigilanza». Alla richiesta si associa sia Forza Italia – «c’è un modo per evitare questo assedio renziano per appiattire l’informazione al Si referendario: un’iniziativa trasparente e istituzionale della Vigilanza. Dobbiamo fermare un vertice Rai interessato solo a riconquistare i favori di Renzi», dice Gasparri – sia il Nuovo centrodestra – «quello che vorremmo ascoltare dalla presidente e dal direttore generale della Rai è a che punto è il famoso piano editoriale che ancora non si intravede all’orizzonte», dice il deputato del partito di Alfano Gianni Sammarco. E anche la minoranza bersaniana del Pd, che difende la direzione di Bianca Berlinguer, insiste: «L’informazione è il cuore del servizio pubblico e deve garantire il massimo di pluralismo culturale e politico – dicono i senatori Fornaro, Gotor e Martini -, non si cerchino quindi inutili scorciatoie e sia apra il confronto nelle sedi istituzionali sul piano dell’informazione Rai e poi, se necessario e utile, si affronti il tema del cambio delle direzioni dei telegiornali».