Oggi, domani, venerdì? Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, titolare del dicastero azionista della tv pubblica, non ha fretta: «Non ho ancora visto la mia agenda e quindi non so quali appuntamenti sono fissati», risponde ai giornalisti che gli domandano quando incontrerà il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, «sfiduciato» dalla presidente e dai consiglieri di viale Mazzini che hanno bocciato il suo Piano news, ma che per l’uscita di scena attende il colloquio chiarificatore con Padoan: insomma, vuole sentirsi dire espressamente che deve togliere il disturbo.

Sembra invece avere fretta di mettere la parola fine all’esperienza di Cdo il sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli, che non ha mai usato parole particolarmente gentili nei confronti del dg. In questa crisi Rai si usa parlare attraverso «fonti» che riferiscono alle agenzie di stampa (lo ha fatto lunedì campo Dall’Orto facendo infuriare la presidente Monica Maggioni). E così «fonti» vicine a Giacomelli, franceschiniano, bocciano su tutta la linea l’operato del dg: assenza di ogni atto strategico, un piano industriale «rimasto una slide», mancanza del piano editoriale e del piano sull’informazione. Certo, continuano le «fonti», non tocca al governo «discutere le professionalità di questo o quel giornalista, ma non è possibile aumentare testate e ruoli». Insomma, bocciata anche Milena Gabanelli. Stilettata finale, un commento sul soprannome con il quale – come riportava ieri Repubblica – Cdo e i suoi collaboratori chiamavano lo stesso Giacomelli nella loro chat: «Uomo di peso». Dicono le «fonti» che il sottosegretario si è detto «divertito», perché «non mi piacciono le impalpabili inconsistenze di certi ninnoli decorativi quanto inutili». Insomma, Cdo a casa.

Ma appunto, Padoan non ha fretta. E il direttore generale dovrebbe mantenere i prossimi impegni in agenda (la sua). Oggi è prevista un’audizione in commissione di vigilanza, domani il dg dovrebbe intervenire a una tavola rotonda con la comunità francescana ad Assisi. Nel pomeriggio le agenzie annunciano anche la ripresa, domani, della riunione del cda sospesa ieri (c’è da affrontare anche il regolamento sul tetto agli stipendi). Poi arriva una rettifica: la riunione riprenderà la prossima settimana. Infine interviene direttamente la presidente Maggioni: «Al momento non c’è nessuna ipotesi di convocazione del consiglio e chiunque in queste ore sta cercando di fare passare altre idee porta avanti un tentativo per forzare la mano al presidente e alle istituzioni».

Massima cautela, insomma, perché la situazione è sfuggita di mano. Difficile che si possa tirare troppo per le lunghe, ma non impossibile. Questa volta Renzi non potrà fare tutto di testa sua e c’è chi lo descrive preoccupato del boomerang lanciato contro il dg leopoldino. La palla per l’indicazione del successore – come da riforma renziana – è nelle mani di Gentiloni e il Quirinale non gradirebbe forzature. C’è poi Fi che vuole avere voce in capitolo (e non è la prima volta che una partita sullaRai si intreccia a quella sulla legge elettorale), con Gasparri che avverte: «Basta con gli esterni e con le investiture calate dall’alto». Ma un nome ancora non c’è. Anzi, i 5 Stelle lo hanno: «Se Campo Dall’Orto non va bene a Renzi – dice Luigi Di Maio – è perché avrà detto qualche No di troppo, e chi dice No all’establishment per noi deve andare avanti».