Con una miscela di curiosità, disillusione e urgenza Roma aspetta al varco la nuova amministrazione. Il lascito della gestione commissariale è pesante. Ieri sono emerse situazioni diverse, ovviamente non ancora imputabili alla gestione pentastellata ma indicative di una città in fibrillazione.

Le operatrici del centro «Sos Donna h24» hanno riconsegnato le chiavi dello stabile del Casale Rosa di Grottaperfetta, che ospita il servizio contro la violenza sulle donne. Una Virginia Raggi appena insediatasi aveva ricevuto le donne che protestavano in Campidoglio contro la chiusura di questo e di altri 18 centri anti-violenza e si era impegnata a risolvere la questione. Intanto, anche gli uffici dell’Agenzia Diritti del municipio V, che assiste diverse centinaia di persone in emergenza abitativa, sono stati sfrattati: l’attività era in attesa di essere messa a bando ma fino a ieri era stata garantita la copertura del servizio. «Le fasce deboli adesso non avranno più un punto di riferimento istituzionale per la tutela del diritto all’abitare e dei diritti di cittadinanza» dicono gli operatori che lamentano «l’assenza di interlocuzione con le nuove forze politiche» e auspicano «risposte da parte della politica ora al governo di questa città».

Si muove anche altro: per il 30 giugno gli attivisti della Carovana delle periferie hanno indetto una assemblea nel quartiere di San Basilio per costituire un «Comitato di controllo popolare». «Per una volta le periferie sembrano aver vinto le elezioni – affermano -. Ma questa volta non ci facciamo fregare».

E poi c’è la scottante questione dello stadio della Roma. L’assessore all’urbanistica in pectore Paolo Berdini ha argomentato di non condividere la collocazione a Tor di Valle e di non essere disposto ad accettare una colata di cemento con la scusa dell’impianto. Dal M5S è trapelato nel fine settimana una specie di «chiarimento» in forma anonima: non esiste pregiudizio sul progetto. E ieri Marcello De Vito lo ha confermato e ha aggiunto: «Noi chiediamo che ci sia il rispetto della legge. Certo un progetto dove lo stadio è il 14 per cento dell’intervento non è una delibera sullo stadio. Valuteremo se riportarla in aula».

I 29 consiglieri del M5S stanno studiando il loro posizionamento, non solo metaforico. Dopo che avevano detto di volersi schierare alla sinistra dell’aula consiliare (ma per questioni logistiche, di «comodità», avevano precisato), ora pare siano intenzionati a schierarsi metà a sinistra e metà a destra dell’emiciclo, per sottolineare il loro essere «dappertutto». Il primo consiglio comunale è in calendario per il 7 luglio. All’aula, quel giorno, la sindaca Raggi presenterà la giunta per la quale si lavora febbrilmente dalle parti del Campidoglio.

Ieri la sindaca ha firmato la nomina di Daniele Frongia come capo di gabinetto e ha incontrato a palazzo Senatorio i membri del direttorio romano per discutere della composizione della squadra. C’erano la senatrice Paola Taverna, l’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo e il consigliere regionale del Lazio Gianluca Perilli. «Le urgenze sono tante: dai rifiuti ai trasporti – afferma quest’ultimo prima del vertice -. Punteremo soprattutto sul taglio degli sprechi e sulla razionalizzazione della spesa». Il nodo era stato affrontato prima del voto dal quotidiano Milano Finanza che aveva sottolineato la capacità delle amministrazioni pentastellate nel risanare i bilanci senza aumentare la spesa corrente. Ieri si è espressa l’agenzia di rating Fitch. La vittoria di Raggi, sostengono da Fitch, «può giovare a metter fine a un periodo politico di incertezza». E la netta maggioranza raggiunta in consiglio comunale dal M5S «aiuterà a semplificare il processo decisionale, complicato in passato da dispute tra le coalizioni».

Non si sa ancora a chi andrà la delega al bilancio. Si è tirato indietro il dirigente Consob Marcello Minenna, il quale ha dettato all’Ansa una secca smentita circa le voci che lo volevano assessore. «Sono sempre stato e intendo restare un uomo delle istituzioni indipendenti ed autonome da ogni connotazione politica. Rammento che la mia esperienza in Campidoglio si è svolta a fianco di un prefetto e di un magistrato», ha detto Minenna riferendosi alla sua collaborazione con il commissario Tronca. Adesso si fa di nuovo il nome di Daniela Morgante, assessora al bilancio nella prima giunta di Ignazio Marino.